Inchiesta mensa, faccia a faccia Pm-amministratore Ristorò

Maria Rosaria Favino ascoltata fino alle 15 in Procura

Benevento.  

 

 

Si è presentata con il suo legale in Procura per rendere spontanee dichiarazioni al sostituto Miriam Lapalorcia e al tenente colonnello Luca Lauro, comandante del Nucleo di polizia tributaria.
Erano da poco trascorse le 11.30 quando Maria Rosaria Favino, amministratore della Ristorò, è entrata con l'avvocato Marcello D'Auria nella stanza del magistrato che sta dirigendo l'inchiesta sul servizio mensa nelle scuole di Benevento.
Un'indagine affidata alla Guardia di Finanza nella quale Favino è stata chiamata in causa con altre tre persone, soci e dirigenti dell'azienda, per l'ipotesi di reato di somministrazione di alimenti nocivi per la salute.

Un addebito che Favino respingerà anche in questa occasione, rivendicando la qualità del servizio e dei cibi serviti ai bambini ed il rispetto del capitolato d'appalto con il Comune.

L'appuntamento al secondo piano della Procura è cominciato con notevole ritardo per la mancanza del registratore e delle batterie di alimentazione.
Succede anche questo. Purtroppo.

***

E' terminato intorno alle 15 – intervallato però da una sospensione di un'ora necessaria al conferimento dell'incarico per l'esame del Dna nel caso Pacelli (vedi altro servizio) – il faccia a faccia in Procura tra l'amministratore della Ristorò, Maria Rosaria Favino, accompagnata dall'avvocato Marcello D'Auria, il sostituto procuratore Miriam Lapalorcia ed il tenente colonnello della guardia di finanza Luca Lauro. In due ore Favino ha fornito, attraverso dichiarazioni spontanee e risposte alle domande poste da inquirenti ed investigatori, una serie di chiarimenti su una vicenda che tiene banco da mesi. Al termine, l'avvocato D'Auria ha spiegato che la sua assistita, anche mediante la produzione di documenti, ha sottolineato la bontà e la tracciabilità degli alimenti serviti ai piccoli. Attenzione puntata anche sul capitolato d'appalto con il Comune e sull'ormai celeberrima pasta e ceci che l'azienda sostiene di aver preparato e poi gettato via perchè i legumi non erano cotti, e non per la presenza di vermi, come invece evidenziato dalla denuncia di Altrabeenevento. Nessun passaggio, infine, è stato riservato alle vaschette immortalate da un video del Corriere.

 

Enzo Spiezia