Denuncia amante, ha fatto credere a marito che figlia sia sua

L'incredibile storia di due persone sposate. Lei rischia fino a 15 anni

Benevento.  

 

Di solito è lei che si arrabbia perchè il partner non vuol saperne del frutto, evidentemente indesiderato, dei loro incontri. Stavolta è andata esattamente al contrario: ruoli ribaltati, lui che denuncia l'amante perchè ha fatto credere al marito che quella bimba sia nata all'interno del matrimonio e non nel corso di una relazione extraconiugale. Una storia che ha dell'incredibile, ambientata in un centro irpino che ricadeva nella giurisdizione del Tribunle di Ariano, poi accorpato a quello di Benevento. Chiamato a pronunciarsi, dunque, sulla vicenda al centro di un processo che oggi ha vissuto una nuova udienza.

I protagonisti sono sposatissimi. Lei, imputata per dichiarazione infedele allo stato civile del Comune in cui risiede, ha una quarantina d'anni. Qualcuno in più il suo ex, parte civile con l'avvocaato Domenico Carchia.

I fatti, per come sono stati ricostruiti anche attraverso le testimonianze raccolte in aula, risalgono ad una decina di anni fa. Quando la donna mette al mondo una bimba che viene regolarmente registrata. Il marito della signora la riconosce, non ha alcun dubbio. Lei – secondo l'accusa – lo ha convinto che sia sua figlia. Insomma, nulla di strano. Se non fosse per la presenza dell'altro (anch'egli coniugato all'epoca), che da quel momento in poi, di fronte ad una realtà che ritiene non sia quella vera, inizia a perseguitare la ex, che nel frattempo lo ha lasciato.

Pedinamenti, telefonate e comportamenti – in un'occasione riesce a strappare un capello della bimba per l'esame del Dna - che gli costano l'arresto per stalking. A quel punto, decide di denunciare l'ex amante, ottenenendone il rinvio a giudizio. Con un'accusa – alterazione dello stato civile – che prevede una pena fino a 15 anni. Una brutta gatta da pelare per l'imputata, difesa dagli avvocati Vincenzo Regardi e Roberto Pulcino.

Enzo Spiezia