Mandati di pagamento, quell'inchiesta sull'Iacp

Procura e Finanza al lavoro. All'appello mancherebbero 250mila euro

Benevento.  

Non ci sono soltanto quelli dell’Azienda sanitaria locale, sui quali dovrà pronunciarsi a settembre il giudice dell’udienza preliminare. I mandati di pagamento sono infatti al centro anche di un’altra inchiesta, di cui Ottopagine ha dato conto in più occasioni, che riguarda l’Istituto autonomo case popolari di Benevento. A dirigere l’indagine, che ha già ottenuto una proroga, è il sostituto procuratore Flavia Felaco; a condurla sono i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria.

L’attenzione è puntata sulle somme di cui si sarebbe appropriato un collaboratore convenzionato, allontanato all'epoca, che tra i suoi compiti avrebbe avuto anche quello di curare, appunto, i mandati di pagamento. All'appello mancherebbero, secondo una prima stima, 250mila euro: è la cifra complessiva che sarebbe stata prelevata indebitamente, nell'arco temporale di un quinquennio, dalle casse dell'Istituto. L'ipotesi più accreditata è che il collaboratore abbia preparato molti mandati di pagamento a suo nome, 'modificando' verso l'alto gli importi indicati. In questo modo sarebbe riuscito ad allungare le mani su 50mila euro in media all'anno.

A far scattare l'inchiesta, un anno fa, era stata la denuncia presentata dai vertici dell'Istituto (il commissario Del Vecchio, il direttore Mauro) attraverso l'avvocato Roberto Prozzo. Inevitabile, da parte delle fiamme gialle, l’acquisizione di documenti negli uffici di via Mommsen. Tappa di un lavoro che punta a far luce in maniera compiuta sulle modalità attraverso le quali sarebbe stato possibile eludere i controlli, continuando per un così lungo lasso di tempo a far sparire i soldi. Come è riuscita la persona sospettata a farlo senza che nessuno si sia accorto di ciò che aveva combinato e che stava combinando?

Enzo Spiezia