Incinta a 12 anni e mezzo: gravidanza interrotta

La delicata storia della minore al centro di un’indagine della Squadra mobile

Benevento.  

Il timore che potesse essere rimasta vittima di una devastante storia di abusi sessuali; che qualcuno, cioè, molto più grande di lei, ne avesse approfittato per sfogare le sue squallide voglie e violarne l’innocenza, si è fortunatamente infranto sui risultati dell'esame del Dna. Che hanno stabilito che la creatura che portava in grembo non era il frutto di violenze subite dall’orco di turno, ma di un incontro con un ragazzo. Anche lui minore, con qualche anno in più rispetto a lei, che all'epoca aveva soltanto 12 anni e mezzo. Poco più di una bambina, catapultata al centro di una storia che non ha fin qui avuto ripercussioni sul piano giudiziario. 

Per riannodare i fili del racconto, ambientato in un centro della provincia sannita, occorre fare un passo indietro di alcuni mesi. Era infatti la fine di settembre dello scorso anno quando una donna si era presentata al Rummo per chiedere di interrompere la gravidanza della figlia. Una ragazzina, non ancora tredicenne.  Troppo piccola ed immatura per poter affrontare le sfide che la maternitàimpone. La mamma aveva spiegato che da alcuni giorni aveva il concreto sospetto che lei fosse rimasta incinta. Cosa fare? Momenti terribili per un genitore. Comprensibili il disorientamento e la preoccupazione, cui era seguita la decisione, condivisa dai coniugi, di rivolgersi ai medici dell'ospedale di Benevento. La condizione di gestante era stata confermata dagli esiti di una ecografia e degli altri accertamenti sanitari ai quali era stata subito sottoposta. 

Nessun dubbio dal quadro emerso, quella giovanissima paziente era in stato di gravidanza già da un paio di mesi; dunque, rientrava nei limiti che la legge prevede perchè si possa procedere ad un aborto: un intervento che sarebbe stato eseguito successivamente, dopo aver ottenuto, secondo quanto sancito dalle norme in materia, ogni forma di via libera. Il ginecologo che aveva visitato la minore aveva immediatamente segnalato alla Procura di Benevento la delicatissima situazione con la quale aveva dovuto fare i conti nell’esercizio della professione. Inevitabile l'avvio di un'indagine, affidata alla squadra mobile, che aveva anche informato la competente Procura per i minori di Napoli. Attenzione puntata sulla possibilità che le cose non fossero andate così come le aveva in qualche modo riferite la ragazzina quando aveva accennato all’affettuosa amicizia con un compaesano. Era stato questo il punto di partenza di un lavoro investigativo che aveva cercato di definire la vicenda in ogni minimo aspetto, con l’obiettivo di capire se si trattasse o meno di un caso con implicazioni più gravi ed inquietanti. Come è purtroppo capitato in tante altre circostanze che nel tempo sono rimbalzate all’onore delle cronache. Per questo, a dicembre, erano state eseguite alcune perquisizioni. 

Accompagnato da un legale di fiducia, il padre del ragazzo ritenuto il presunto partner della dodicenne, era stato convocato negli uffici della Questura. Una tappa indispensabile al prelievo, al quale l'uomo aveva dato il suo sì senza alcuna resistenza, del materiale – la saliva - sul quale operare per la comparazione del profilo genetico con quello della creatura mai venuta al mondo. Nessuna compatibilità, ma la partita non sembra comunque essere chiusa. Perché sullo sfondo rimane comunque un tema estremamente importante: quello del consenso, che a dodici anni e mezzo non èconsiderato valido. 

Enzo Spiezia