San Salvatore sotto choc per la morte di Maria

«Mai avremmo immaginato un evento del genere qui»

San Salvatore Telesino.  

Una comunità sotto shock. Avrebbero dovuto essere le serate allegre di giugno, quelle tra le luci della festa di paese e le chiacchiere in piazza. Ma la serata di ieri ha gettato via in un colpo serenità e spensieratezza: quelle grida hanno squarciato la tranquillità, grida per quella bambina di nove anni trovata morta in una piscina senza vestiti. Si cercano di ricostruire le ultime ore della vita di Maria: da quando è uscita dalla chiesa a quando è arrivata a quella piscina, ma intanto tutti i cittadini sono shoccati.

Poca la volontà di parlare, mentre si formano crocchi di persone ad ogni angolo, per commentare sommessamente la tragedia. Un anziano, in piazza col nipote riflette: «Cose del genere non sono mai successe a San Salvatore Telesino, siamo davvero senza parole, spero che presto gli inquirenti facciano chiarezza». In paese le voci si rincorrono su quella bimba che da poco aveva cambiato casa assieme ai genitori, che amava i gelati, che spesso comprava in piazza, e che cominciava a padroneggiare l'italiano. Valgono poco quelle voci: saranno gli inquirenti a capire cosa è accaduto tra le 20 e 30, quando la ragazzina è stata vista in paese e le 23, quando è stata trovata priva di vita nella piscina del locale.

Sconvolto il parroco, don Franco: «E' terribile, non ci sono parole. Siamo terribilmente feriti: in un paese come il nostro poi, che sembra uno di quei luoghi dove cose del genere non possono mai accadere. Ci fa riflettere: dobbiamo essere più presenti con più forza, più impegno, più fede. Di certo, qualunque cosa accadrà e qualunque cosa si scoprirà, questa ferita resterà viva sulla pelle di San Salvatore Telesino». Si ipotizza che nei prossimi giorni si possa organizzare una manifestazione, un evento in ricordo di quella bambina: «Ci abbiamo pensato, ma per ora non vogliamo affrettare le cose. Di sicuro vogliamo coinvolgere la comunità in un momento di preghiera. Vogliamo essere vicini alla famiglia, non possiamo dimenticare quella bambina sempre presente in parrocchia, la sentivamo nostra». 

A cura di Crisvel