Appalti del Comune, arrestati dirigenti e imprenditori

In carcere Mancini, indagine del pm Giammarino. Eseguito anche sequestro dei beni

L'ipotesi accusatoria: Mancini, dopo aver letto con una speciale microtelecamera , il contenuto delle offerte delle altre ditte, avrebbe indotto i membri della commissione ad attribuire all'impresa prescelta un punteggio tecnico più alto

Benevento.  

Lo hanno arrestato all'alba, quando gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare. In carcere è finito Angelo Mancini, 46 anni, dirigente del Comune di Benevento, chiamato in causa, al pari di altre nove persone, da un'indagine dei carabinieri, del Procuratore reggente Giovanni Conzo e del sostituto procuratore Nicoletta Giammarino su alcuni appalti di Palazzo Mosti che rientrano nel progetto Piu Europa. Le ipotesi di reato: corruzione e turbativa di gara. Si tratta di un'inchiesta nata dalla dichiarazioni rese in un altro procedimento per usura. Il provvedimento cautelare emesso dal gip Flavio Cusani prevede anche arresti domiciliari ed obblighi per imprenditori e non solo.

Gli arresti in casa sono stati disposti per Angelo Collarile, 44 anni, Fioravante Carapella, 54 anni, di Benevento, Giuseppe Pancione, 56 anni, di San Martino Valle Caudina, Guido Mastantuono, 50 anni, di Montecalvo Irpino, Pellegrino Parrella, 54 anni, di Roccabscerana, Antonio D'Addona, 52 anni, di Montecalvo Irpino, Mario Siciliano, 52 anni, e Pietro Ciardiello, 68 anni, di Benevento. Obbligo di firma, infine, per Angelo Pilla, 55 anni, di Benevento. Sono impegnati nella difesa, tra gli altri, gli avvocati Vincenzo Regardi, Roberto Prozzo, Roberto Pulcino, Nunzio Gagliotti, Nino Lombardi.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti la realizzazione del Terminal per i bus extraurbani, la riconfigurazione di alcune piazze al rione Libertà e a San Vito, la riqualificazione del ponte di Santa Maria degli Angeli, la costruzione di un ponte “didattico” ciclopedonale Santa Maria degli Angeli e la costruzione del ponte in via Torre della Catena.
Secondo gli inquirenti, in cambio di tangenti sarebbero state favorite alcune imprese per l'aggiudicazione delle gare di appalto. 
L'ipotesi accusatoria verte sulla convinzione che Mancini, dopo aver letto con una speciale microtelecamera, dotata di un lungo e stretto beccuccio a fibra ottica facilmente inseribile nelle buste senza aprirle, il contenuto delle offerte delle altre ditte, avrebbe indotto i membri della commissione ad attribuire all'impresa prescelta un punteggio tecnico più alto.

L'inchiesta è supportata dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni rese da Collarile e Carapella, come detto, in un'indagine antiusura. Collarile, in particolare, cugino di Mancini, del quale era debitore, sarebbe stato individuato dalla Procura come l'intermediario con le ditte. I militari stanno eseguendo anche il sequestri dei beni. Indagato a piede libero un altro imprenditore, Carmine Iannella, 51 anni, di Torrecuso, nei confronti del quale non è stata adottata, anche se richiesta, alcuna misura. Attenzioni puntate sulla promessa di presunte tangenti per  complessivi 464mila euro, 384mila quelli ch sarebbero stati elargiti. Nel'abitazione di due imprenditori sono stati rinvenuti 250mila euro in contanti, parte dei quali sotto un letto. Il resto in cassaforte.

Esp