Appalti e il rumore degli arresti: ora tocca alla difesa

Ciascun indagato potrà nel corso dell'interrogatorio offrire la sua versione sui fatti

Benevento.  

Il clamore, la ricostruzione dei fatti secondo il punto di vista dell'accusa. Succede sempre così, inevitabilmente, ogni volta che vengono eseguiti degli arresti. Ancora di più quando riguardano persone con un ruolo pubblico o comunque conosciute per loro attività. E' accaduto anche ieri con l'indagine, denominata Euroscopio (il nome è il risultato della fusione dei termini euro ed endoscopio, l'attrezzatura che sarebbe stata utilizzata per spiare le offerte delle ditte interessate agli appalti), condotta dai carabinieri e dalla Procura su una serie di gare del Comune di Benevento che sarebbero state pilotate. Da domani, secondo la fisiologia prevista dal codice, tocca alla difesa. Tocca a coloro che sono stati colpiti dai provvedimenti cautelari. Incontreranno con i loro legali il giudice Flavio Cusani, che ha ordinato quelle misure, convinto della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza rispetto alle vicende evidenziate da chi ha svolto l'attività investigativa. Spazio, dunque, alle ragioni altrui, alle versioni che ciascuno dei destinatari dei provvedimenti potrà offrire, se lo vorrà, al vaglio del gip. Fornendo una prospettiva diversa, anch'essa legittimamente di parte, su determinate situazioni ipotizzate, sul contenuto delle conversazioni intercettate, sui rapporti disegnati. Inizierà il dirigente comunale Angelo Mancini, poi sarà la volta degli imprenditori chiamati in causa, in concorso con lui, in una storia che ha fatto rumore. Sulla quale gli interrogatori potrebbero proiettare – non sarebbe una novità – una luce meno abbagliante di quella dei flash scattati dopo il blitz, ma altrettanto fondamentale.

Esp