Sparandeo si nascondeva in un garage: fermate due persone

Domiciliari per il proprietario della casa e per un amico del 54enne. Denunciate anche 3 donne

Il 54enne rintracciato nella sua abitazione ma per i carabinieri dormiva nel box di pertinenza arredato con bagno, letto e interfono

Benevento.  

Lo hanno trovato in un appartamento nei pressi di contrada Iannassi di San Nicola Manfredi e lo hanno arrestato al pari di altre due persone. Si è conclusa nella tarda serata di ieri la latitanza di Saverio Sparandeo (avvocato Antonio Leone), 54 anni, di Benevento, rintracciato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. Con lui sono stati arrestati anche Pasquale Di Pippo, 31 anni e Pasquale Allegretta, 44 anni, entrambi della città - sono difesi dall'avvocato Angelo Leone - e finiti ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento della latitanza del 54enne.

Il blitz dei carabinieri è scattato nella tarda serata, quando i militari, che evidentemente ne stavano monitorando gli spostamenti, hanno fatto irruzione nell'appartamento. Con i tre c'erano anche le rispettive compagne che sono state denunciate. Secondo l'accusa, Sparandeo era “ospitato” all'interno di un garage di pertinenza alla casa.

Durante le perquisizioni, infatti, all'interno del box i carabinieri hanno rinvenuto un letto, alcuni effetti personali e nelea struttura era stato ricavato anche un bagno e un sistema di comunicazione con il piano superiore. Un interfono che sarebbe servito per parlare tra il garage e l'appartamento.

Dichiarato in arresto, a Saverio Sparandeo i carabinieri hanno notificato un provvedimento del Tribunale di Benevento di aggravamento della misura dai domiciliari al carcere emesso dai giudici dopo che il 54enne aveva fatto perdere le proprie tracce. Sparandeo si trovava agli arresti in una comunità pugliese, in provincia di Taranto, nella quale non era più rientrato dopo un permesso. E per questo motivo i giudici avevano disposto l'aggravamento della misura alla quale era stato sottoposto nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli e della Squadra mobile sannita che era rimbalzata all'onore delle cronache il 12 febbraio 2015, quando erano state eseguite alcune misure cautelari con le accuse di estorsione aggravata dal metodo camorristico. Una vicenda che si è conclusa, pochi giorni fa, con la condanna di Sparandeo - ed altre persone coinvolte nel processo - a 8 anni e 2mila euro di multa in quanto riconosciuto responsabile dell'estorsione ai danni del titolare di un'agenzia di scommesse in via Santa Colomba.

“Sparandeo non si è mai allontanato da Benevento – ha commentato il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Pasquale Vasaturo – ha cambiato spesso abitazione ma sempre nei dintorni della città. Grazie all'attività investigativa è stato rintracciato e arrestato. Aveva svolto fino a pochi giorni fa la latitanza in ambito familiare, poi era stato ospitato a San Nicola Manfredi dove lo hanno fermato”. Ed ha concluso: “Durante l'operazione sono stati arrestati anche il proprietario della casa e un'altra persona a lui vicina, un suo factotum”.

“L'attività dei carabinieri – ha invece spiegato il comandante del Nucleo investigativo, il maggiore Alfredo Zerella – è partita dopo l'allontanamento di Sparandeo dalla casa di cura. Come tutti i personaggi di un certo spessore criminale – ha rimarcato - non si è mai allontanato dal territorio di Benevento”.

di Al.Fa