Trovato morto in un pozzo il presunto omicida della 40enne

Il corpo di Antonio Tedino recuperato in una vasca a poca distanza dal luogo dell’omicidio

I carabinieri di Montesarchio hanno perlustrato l’area ed individuato il cadavere. Il 39enne si sarebbe suicidato. Attesa per le autopsie

Foglianise.  

E' stato trovato dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Montesarchio il corpo di Antonio Tedino, il 39enne di Foglianise ritenuto essere l'omicida di Marcella Caruso, la commerciante 40enne del posto rinvenuta senza vita e con profonde ferite alla gola nel primo pomeriggio di giovedì nella camera da letto della sua abitazione in via San Rocco. Il cadavere del tipografo è stato notato da due militari durante l'ultimo giro di perlustrazione all'interno di un pozzo, in un terreno a circa trecento metri dal luogo dove Tedino si è schiantato con la Skoda Fabia, probabilmente nel tentativo di allontanarsi in gran fretta dal luogo del delitto. La giornata di ricerche A Foglianise all'alba sono intervenuti i carabinieri del Nucleo cinofili di Firenze, specializzati nella conduzione dei cani molecolari, animali capace di fiutare tracce e di seguire le molecole di un essere vivente. Con loro, per tutta la giornata hanno partecipato alle battute decine di carabinieri di Montesarchio, Vitulano e Benevento, oltre ai volontari di vari gruppi di protezione civile della Valle Vitulanese. Le ricerche si sono da subito concentrate nell'area che sorge a ridosso del convento di Sant'Antonio e del cimitero di Vitulano. Più e più volte i cani hanno condotto i carabinieri in alcuni terreni della zona. Tracce che ad un certo punto, però, si interrompevano all'improvviso, tanto da far presupporre che Tedino fosse salito su un'auto, magari dopo aver chiesto un passaggio ad un ignaro automobilista. Nulla di tutto questo. Intorno alle 19, infatti, i carabinieri del Nucleo operativo, guidati dal capitano Erminio De Nisco, prima di abbandonare il campo e rinviare all'indomani le ricerche hanno voluto perlustrare nuovamente due pozzi che si trovano in altrettanti uliveti nella stessa zona dove il 39enne si era schiantato con l'auto contro un palo dell'Enel. Quando gli investigatori hanno puntato le torce all'interno di uno degli invasi, hanno notato distintamente un corpo che, evidentemente, con il passare delle ore era venuto a galla e per questo visibile a differenza dei sopralluoghi precedenti. Scattato l'allarme, sul posto si è reso necessario l'intervento di più squadre dei vigili del fuoco di Benevento che, dopo l'arrivo del sostituto procuratore Marilia Capitanio, che dirige le indagini sull'omicidio, e del medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, hanno recuperato il corpo che successivamente è stato trasportato all'obitorio del Rummo. Secondo una prima ipotesi, Tedino si sarebbe quindi suicidato lanciandosi nel pozzo presumibilmente dopo aver ucciso la Caruso. Restano però, una serie di interrogativi. Come ha fatto a raggiungere l'invaso senza occhiali e dopo aver attraversato una zona impervia e piena di insidie dovute al dislivello del terreno? Ed ancora, resta da chiarire il movente dell'omicidio. Al di là di questo, per gli investigatori non ci sono dubbi sulla responsabilità del 39enne sposato e padre di due figlie. I sospetti si erano da subito concentrati su di lui dopo il ritrovamento del cadavere di Marcella Caruso e dopo il rinvenimento della Skoda Fabia, in uso al tipografo, finita contro un palo lungo una strada in discesa che dall'abitazione della Vittima conduce al convento e al cimitero di Vitulano. Ipotesi poi avvalorata con il passare delle ore, quando Tedino si è reso irreperibile e i carabinieri hanno quindi avanzato l'ipotesi di un omicidio a sfondo passionale. Saranno ora le autopsie sui corpi di Tedino e Caruso, a restituire qualche altro elemento utile per ricostruire l'intera e tristissima vicenda dell'omicidio – suicidio che ha scosso la Valle Vitulanese e l'intero Sannio.