Sùn Nà, tra i sogni e le note di Max Fuschetto

Affollata presentazione per il disco del compositore originario di San Marco dei Cavoti

Benevento.  

«Dai ritmi africani al pop, dall'etnico all'arbereshe, tutto nasce dall'idea musicale di unire varie sorgenti musicali». Parte da qui Max Fuschetto per parlarci del suo ultimo lavoro, che è stato presentato al Museo del Sannio di Benevento. E' Sùn Ná pubblicata da Hanagoori Music e distribuito su tutto il territorio nazionale da Audioglobe.

Musiche che si fondono perfettamente con l'idea portante del lavoro che il musicista ha saputo condensare nel titolo «Sùn Ná sono due parole di lingua Yoruba presenti in un canto africano raccolto da Gerhard Kubik che significano “dormi ora” - ci spiega – ma lette in dialetto sanmarchese (ndr paese d'origine del compositore) significa sognare. Qualcuno, poi, legge sun come sole e c'è anche chi, sempre in dialetto, lo identifica come suonare. Insomma – spiega - sono riuscito a trovare una parola polisemantica».

E ancora prende spunto da due testi che compongono il lavoro: «Se Sùn Nà è la trascrizione di un sogno, Il giardino segreto unisce liriche ancestrali dell'arbereshe e una matrice dialettale africana ad un mondo molto moderno, in stile Lost in traslation di Sofia Coppola, per intederci. Un incontro tra arcaico e avvenieristico».

Un incontro affollato quello per la presentazione del disco, introdotto da Achille Mottola e con l'intervento di Nazzareno Orlando.

«In questo disco c'è Massimiliano e molto di più – commenta Mottola – c'è la sua famiglia, la sua infanzia, la sua musica. Il suo giardino segreto che evoca il paese d'origine».

Gioca con le citazioni che possono richiamare il lavoro di Max Fuschetto, invece, Nazzareno Orlando che parte dal 'secret garden' di Bruce Springsteen per approdare al crinale degli strambi di Tiziano Terzani (il luogo simbolo della beat generation in India, dove ci si ritirava per creare). Si sofferma su “La vita è sogno” di Pedro Calderon de la Barca, assimilando il sogno di Max al viaggio e guardando il viaggio come sogno. Infine 'si perde', ma solo temporaneamente nel caos, quello calmo di Nanni Moretti.
L'approdo è inaspettato: Gli immortali, uno degli ultimi brani di Jovanotti. «Perché – spiega – i musicisti quando compongono si sentono immortali e Max, per questo disco lo è stato».

Quindi tira le somme: «Se uniamo la politica degli strambi, gli intellettuali, il caos e la possibilità che persone come Max possano darci qualcosa ci rendiamo conto che occorre dare una scossa a questo stagnante ambiente... cittadino, italiano, europeo».

Il discorso tocca la filosofia del pensiero lento da sostituire a quello fast che caratterizza l'attuale. «Tutti i citati – conclude - e Max Fuschetto possono e devono rappresentare il futuro della nostra nazione».

Poi spazio alle note capaci di delineare nuovi e lontani paesaggi. Avvolgenti, ipnotiche, dolcissime. Un viaggio sognante... Sùn Nà, appunto.


In Sùn Ná, Fuschetto ha raccolto preziose collaborazioni tra le quali spicca uno special guest d'eccezione: Andrea Chimenti, con la sua inconfondibile voce. Accanto a Fuschetto musicisti di varia estrazione, da Pasquale Capobianco e Irvin Vairetti della storica rock band degli Osanna a Giulio Costanzo delle Percussioni Ketoniche, dal violoncello del S. Carlo Silvano Fusco alla fascinosa voce in lingua arberesh di Antonella Pelilli. Compare anche la scrittrice e regista Monica Mazzitelli, autrice del videoclip di Les Roses d'Arbèn (che vede la presenza dello stesso Chimenti), di imminente pubblicazione.

Mariateresa De Lucia