Si torna all'epoca dei Longobardi con "Un sogno infranto"

In scena il Teatro Eidos per la proposta che si terrà a Buonalbergo, Arpaia, Vitulano e Limatola

Buonalbergo.  

La prima tappa dello spettacolo “Un sogno infranto (Adelchi)” dall’opera di Alessandro Manzoni, che Teatro Eidos porterà in scena nell’ambito del progetto “I Longobardi e il Sannio”, patrocinato dalla Provincia di Benevento e co-finanziato dalla Regione Campania (Azione e Coesione III), è previsa per venerdì 27 luglio alle ore 21,30 a Buonalbergo presso Piazza Michele De Juliis.
A seguire domenica 31 luglio alle ore 21,15 lo spettacolo sarà rappresentato ad Arpaia presso le Mura Longobarde, lunedì 1 agosto alle ore 21,15 a Vitulano presso il Sagrato della Chiesa di San Pietro e martedì 2 agosto alle ore 21,15 a Limatola presso il Castello Ducale.

Lo spettacolo sarà preceduto da una presentazione delle testimonianze longobarde del luogo, a cura di Elena Del Giudice.

Lo spettacolo tratto dall'opera di Alessandro Manzoni è con Virginio De Matteo, Raffaella Mirra, Mimmo Soricelli e con Daniela Carbone – Piergiorgio Castaldi, Vincenzo De Matteo – Dina Iscaro – Angelo Lepore, Alessandro Pasquale – Carmine Pasquale. Scenografia Claudio Mirra, costumi Maurizio Iannino, luci e fonica Ada De Matteo, regia diVirginio De Matteo.

Per le “cosiddette” ragioni di stato Carlo Magno ripudia la sua sposa Ermengarda, figlia di Desiderio, re dei Longobardi. È la scintilla che fa scattare la dichiarazione di guerra da parte di Desiderio. Ma grazie, anche, al tradimento di alcuni duchi longobardi, Carlo Magno avanza verso l’Italia, conquista Pavia e fa prigioniero Desiderio. Nel frattempo Ermengarda si è rifugiata presso la sorella Ansberga, nel monastero di San Salvatore a Brescia; ma, venuta a sapere delle nuove nozze di Carlo, in preda al delirio muore. Adelchi, che si era duramente scontrato con il padre Desiderio opponendosi alla guerra contro i Franchi, combatte duramente e in uno scontro viene mortalmente ferito. Condotto alla presenza di Carlo e del padre Desiderio, in fin di vita, invoca clemenza per il padre e lo consola - “Dhe, nol pianger…” - , un regno perduto non lo obbligherà più a far torto ne a subirlo.

L’Adelchi di Alessandro Manzoni è un alto momento della letteratura epica italiana.

Gli endecasillabi del Manzoni raccontano l’inizio della fine della presenza longobarda in Italia. Il sogno di unificare i popoli italici sotto le insegne longobarde si infrange a causa degli accordi tra il Papato e Carlo Magno; quest’ultimo sconfiggerà tutte le città longobarde del nord rimettendone il controllo di una parte alla Chiesa di Roma. L’ultima città che resisterà sarà la città di Benevento, prima ducato e infine principato sotto il longobardo Arechi II.

La “mise en espace” del dramma, in cui sono coinvolti dieci attori, con i suoi ritmi sincopati e i suoi contrappunti, immerge lo spettatore nella “diffusa tenerezza elegiaca della tragedia”.

 

 

Redazione Bn