Siria, un libro insegna la lotta contro l'indifferenza

A Benevento la presentazione del libro di Shady Hamadi

Benevento.  

Una guerra che in cinque anni ha prodotto mezzo milione di morti e 11 milioni di sfollati. Una dittatura che dura dal 1970. E' la tragedia della Siria, un conflitto che coinvolge potenze internazionali ma di cui l'unica vittima è il popolo che muore sotto le bombe ad Aleppo e a Damasco, accerchiato da un'indifferenza intollerabile. Un'indifferenza contro la quale lotta il giornalista e scrittore italo siriano Shady Hamadi che a Benevento ha presentato il suo libro “Esilio dalla Siria – Una lotta contro l’indifferenza”.
 

«Con questo libro non voglio far smuovere le coscienze per un piccolo periodo, quello dell'indignazione a rate bensì dare strumenti per comprendere quello che avviene in Siria. Raccontare la sua storia e mettere in luce le contraddizioni del conflitto che vive e del rapporto tra la Siria e gli altri paesi. E' questo quello che faccio perchè grazie alle mie origini posso avere un doppio sguardo, arabo ed europeo.

 

La presentazione presso l’Auditorium “Gianni Vergineo” del Museo promossa dal Circolo Manfredi di Benevento e dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo ha preso il via con la musica del giovane pianista Davide Cappuccio.
Letture affidate ad Alessandra Renis, Nella Ventorino e agli studenti del Liceo Scientifico Rummo, coordinati dal professor Gaetano Panella.
Ad introdurre e coordinare l'incontro Enza Nunziato. Prima dell'autore gli interventi di Paolo Ricci, docente dell’Università del Sannio, e Luigi Diego Perifano, Presidente Lidu.

“Che fine hanno fatto la Siria, la sua rivoluzione e il popolo siriano? Dopo il grande successo de La felicità araba, Shady Hamadi torna a raccontare una terra di cui si parla spesso in modo superficiale, mentre continua il suo impervio percorso di pacificazione. Attraverso il suo personale esilio e il racconto della sofferenza di un popolo che sta conducendo una lotta quotidiana contro l’indifferenza, Hamadi affronta temi fondamentali come identità, integralismo, rapporto tra le religioni, libertà e lotta contro la dittatura”.
Così la presentazione del lavoro che prosegue: “Ricordi, incontri, riflessioni sulla società siriana si alternano in questo volume che «vuole essere un ambasciatore capace di arrivare a tutti coloro che sono confusi dal tanto rumore che si fa quando si parla di terrorismo e mondo arabo». La morte di Mustafa, inghiottito nelle carceri del regime siriano; il viaggio di Samer, un borsellino per bagaglio e tanta determinazione; il ragazzo dell’ospedale di Tripoli pronto a uscire per combattere con un braccio solo; il confronto con gli attivisti della società civile e con la gente di tutti i giorni, puntellano una narrazione che dà volto e dignità alla Siria e a un popolo che vuole l’emancipazione dalla dittatura e dal fondamentalismo, sotto lo sguardo disinteressato (o forse troppo interessato e per questo muto) dell’occidente”.

 

Madel