Marcia della Fame nel Fortore, 60 anni dopo la ricorda l'Arci

L'iniziativa di San Bartolomeo in Galdo per l'evento del 1957

San Bartolomeo in Galdo.  

A distanza di ben 60 anni dalla “Marcia della Fame”, un’ iniziativa che vide le popolazioni del Fortore, con la locale camera del lavoro, partire da San Bartolomeo in Galdo, per andare a manifestare la propria opposizione (sin da subito repressa) ad uno stato assente, dimentico delle condizioni di necessità in cui versavano gli abitanti di una valle, da sempre tenuta ai margini del dibattito istituzionale (anno 1957), e che ancora oggi soffre lo stesso male, in un silenzioso e costante flusso migratorio che nel tempo ha decimato il numero degli abitanti del territorio, l’Arci di San Bartolomeo accoglie con entusiasmo l’ulteriore iniziativa di riproporre, a distanza di così tanto tempo, quelle problematiche ancora attuali, che oggi vedono anche la scuola protagonista nel ripercorrere le tappe di quel movimento di genuino disappunto, mirato alla rivendicazione di un diritto di cittadinanza che non fosse ritenuto secondario rispetto ad altre aree.

L’iniziativa nasce, dunque, intorno al ripristino del murale, avvenuto nel 2010, che rimarcava quello disegnato nei primi anni 70 dalla compagnia degli Intillimani, storica formazione musicale cilena che all’ epoca fece un viaggio qui nel Sannio, e di cui se ne può ancora trovar traccia anche su internet (i link alla pagina Facebook Arci Sbig – muralesillimani – o su Google), grazie ad un documentario RAI magistralmente condotto dal regista Ugo Gregoretti.
Lo stesso Gregoretti, tornando nel 2010 a San Bartolomeo in Galdo, assieme al muralista Mono Carrasco (già componente della crew degli Intillimani) invitati, per l’ occasione dal professore Antonio Russo, ideatore dell’iniziativa di ripristino unitamente all’associazione Arci Sbig, ebbe a sottolineare l’mportanza di quella storica visita di quei musicisti che, ancora prima dell’avvento della globalizzazione, ancor prima di Baumann, riuscivano a metterne in risalto le caratteristiche, quelle che accomunano un po' tutte le popolazioni del sud del mondo, destinate a condividere gli effetti nefasti di quella commistione tra una politica ed un’economia mondiali che prevaricano l’uomo stesso.

Un murales che raffigurava “La Marcia della Fame”, e che per tanti, troppi anni, era stato abbandonato all’incuria e alla disattenzione di tutti, tanto da non lasciare neppure alcuna traccia di sé. Da qui l’idea del ripristino, cercando di recuperarne l’identità storica, artistica, sociale e culturale al fine di preservarne il ricordo, un ricordo fatto di ribellione, quella ribellione contro ciò che è oggettivamente iniquo, e che toglie dignità alle persone. Questo lo spirito che ancora oggi anima i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che, assieme ai loro bimbi, hanno deciso di dedicare del tempo per quel disegno carico di colori, di sentimenti e di speranze per un avvenire migliore.
Da allora anche l’Associazione Arci, memore di quella meravigliosa esperienza creativa, ha deciso di raffigurare in altre zone del centro fortorino, diversi altri murales, mai banali, sempre con dei contenuti degni di nota, e sempre avvalendosi della preziosa esperienza dei propri soci e simpatizzanti, ormai divenuti esperti grazie al prezioso contributo didattico del maestro Carrasco e del professor Antonio Russo, che ancora oggi, a pochi mesi dalla conclusione della sua brillante carriera di docente di matematica, ha investito la dirigenza del locale Liceo Scientifico “Enrico Medi”, importantissimo presidio culturale per l’intero Fortore, per un nuovo progetto che vedrà protagonisti ancora una volta gli studenti, al fianco dei volontari dell’ associazione che, da circa due anni ormai, è presente a scuola con progetti di ore di scuola/lavoro vertenti, appunto, sulla materia della raffigurazione muralista.