Abolizione voucher, quando da un eccesso ne nasce un altro

Maiella (Uil Fpl): "Abolizione frettolosa. Era preferibile un restyling serio e rigoroso"

Benevento.  

“Ritengo che abolire i buoni lavoro voucher Inps sia stata una decisione frettolosa. Penso, invece, che i buoni lavoro dovevano essere oggetto di un robusto restyling, anche un po’ retrò, se vogliamo, ma utile a riportare il lavoro accessorio allo spirito e alla lettera della Riforma Biagi”.

E' questa l'opinione di Antonio Maiella, segretario provinciale della Uil Fpl, al quale abbiamo chiesto un commento rispetto alla decisione adottata dal Governo di eliminare totalmente i voucher, molto utilizzati nel Sannio per il pagamento di prestazioni occasionali, specialmente nel settore agricolo e forestale.

“Gli ultimi governi – spiega Maiella - avevano esteso in maniera esponenziale l’uso di questo strumento di lavoro, il rischio era di vivere in una Repubblica fondata sul lavoro “accessorio”. L’identikit del prestatore di lavoro accessorio, fino alla liberalizzazione dei voucher, era chiaro e delineato: studenti, pensionati, coloro i quali impartivano ripetizioni a casa, o svolgevano faccende domestiche, piccoli lavori di giardinaggio, bricolage e che venivano retribuiti in nero e senza nessuna copertura assicurativa. In sintesi, erano prestazioni lavorative non riconducibili a tipologie contrattuali tipiche del lavoro subordinato o autonomo. Negli ultimi anni, invece, il lavoro occasionale è stato pesantemente snaturato ed esteso alla generalità dei settori economici e l’unico limite era il massimo compenso annuale percepibile. Ciò ha creato una crescita incontrollata di fabbisogno di personale per prestazioni marginali e discontinue. Fabbisogno che – rimarca l'esponente sannita della Uil - ha mortificato la dignità dei giovani lavoratori della mia generazione, che, ormai, erano costretti a sbarcare il lunario prestando le proprie competenze in cambio di un buono lavoro pari a 7,5 euro netti all’ora e senza nessuna prospettiva di un futuro sereno. C’è, quindi, un abisso tra l’uso e l’abuso di uno strumento normativo”.

Secondo Maiella per evitare tutto questo “si doveva pensare ad una rivisitazione in chiave migliorativa, seria e rigorosa, che riportasse i voucher nella 'grazia di Dio'. Sull’evoluzione normativa in tema di lavoro mi sarei aspettato qualcosa di più dal legislatore. Intanto oggi vi sono dei problemi di natura pratica: la disciplina del lavoro accessorio è stata abrogata lo scorso 17 marzo 2017, ma i buoni lavoro richiesti antecedentemente potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre. Quindi – conclude Antonio Maiella -, di fatto, i buoni lavoro voucher Inps immessi nel sistema produttivo verranno gestiti senza alcuna normativa di riferimento e dunque in caso di omessa comunicazione preventiva obbligatoria, come si può elevare la sanzione prevista in caso di omissione se la legge che regolava la materia è stata abrogata? E ancora: la comunicazione preventiva è tuttora obbligatoria? Urge un regime transitorio, ad horas, capace di colmare il vuoto giuridico”.

Al.Fa