Fondi europei, la Uil Benevento lancia l'allarme

Fioravante Bosco: "Si procede ad un ritmo da moviola"

Benevento.  

"Mentre il governo Renzi è alla disperata ricerca di risorse finanziarie da destinare agli investimenti e allo sviluppo, nonché per disinnescare la mina dell’aumento della pressione fiscale dovuta alle clausole di salvaguardia, l’impiego dei Fondi Strutturali Europei (uniche risorse certe per sviluppo, occupazione e formazione) viaggia a un ritmo da “moviola”, nonostante gli impegni e i proclami del Premier". Così in una nota il segretario della Uil Benevento Fioravante Bosco. "Secondo i dati Uil dell’ultimo monitoraggio sulla spesa effettiva (dati al 31 maggio 2015) le risorse finanziarie rendicontate alla Commissione Europea dal nostro Paese si attestano al 73,6% (34,3 miliardi di euro) su un totale delle risorse assegnate per il periodo 2007?2013  pari a 46,6 miliardi di euro. Questo significa che da qui alla fatidica data di dicembre 2015, quando si chiuderà definitivamente il ciclo di programmazione 2007?2013, resteranno da spendere ancora 12,3 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di euro nelle Regioni del Sud. Tale “performance” è al di sotto del 3%, rispetto agli obiettivi fissati per maggio 2015. Non è lontano dalla realtà affermare che parte di queste importanti risorse, circa 2 miliardi di euro, secondo le stime UIL , che si aggiungerebbero ai 51,4 milioni di euro già restituiti alla Commissione Europea lo scorso anno, riprendano la strada per Bruxelles. Tutto questo emerge dall’elaborazione della UIL, Servizio Politiche Territoriali, sul monitoraggio della spesa rendicontata dei Fondi Strutturali Europei al 31 Ottobre 2014. Dal report si evince che sui 52 programmi operativi (Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) che contraddistinguono la programmazione 2007?2013, 22 di essi (di cui 9 nel Sud e 13 nel Centro Nord) non hanno raggiunto il target di spesa previsto per maggio 2015, mentre 7 programmi (3 nel Sud e 4 nel Centro Nord), pur non avendo raggiunto il target previsto, sono entro la soglia di tolleranza stabilita. Per quanto riguarda i singoli fondi. Fondo Sociale Europeo (FSE) che finanzia azioni per l’occupazione, istruzione e formazione: su un totale di 14 miliardi di euro ne sono stati rendicontati a Bruxelles in totale 11,4 miliardi di euro (l’81,6% del totale). Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che finanzia gli investimenti in generale (incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia): su un totale di 32,6 miliardi di euro, la rendicontazione effettiva ammonta a 22,9 miliardi di euro (il 70,2%). A livello regionale, 3 Regioni hanno rendicontato una spesa complessiva tra FSE e FESR al di sotto della media nazionale: la Sicilia che ha rendicontato il 60,8% del totale delle risorse; la Campania con il 62,6% e la Calabria con il 63,8%. Di pochissimo sopra la media nazionale l’Abruzzo (73,7%), mentre nel Centro Nord la Provincia Autonoma di Bolzano ha rendicontato il 75,9%; il Lazio il 77%; l’Umbria il 77,1%. L’insieme dei programmi nazionali e interregionali presentano una rendicontazione in media con quella nazionale. Per quanto riguarda i programmi operativi nazionali e interregionali (PON e POIN), restano ancora da spendere 2,9 miliardi di euro (il 26,4% delle risorse stanziate), di cui 920 milioni di euro su un totale di 1,8 miliardi di euro del programma “Reti e Mobilità” (infrastrutture); 976 milioni di euro su un totale di 4,1 miliardi di euro del programma ricerca e competitività delle imprese. Per quanto riguarda i programmi operativi regionali (POR), in Sicilia restano da spendere 2,2 miliardi di euro (il 39,2% del totale delle risorse); in Campania 2 miliardi di euro (il 37,4% del totale); in Puglia 1 miliardo di euro (il 18,3% del totale); in Calabria 974 milioni di euro (il 36,2% del totale); in Sardegna 484 milioni di euro (il 23,8% del totale); nel Lazio 337 milioni di euro (il 23% del totale). “Il governo Renzi – osserva Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento - fa bene a reclamare in Europa più flessibilità e più risorse per lo sviluppo, ma dovrebbe impegnarsi allo spasimo nello spendere le risorse già stanziate per sviluppo e occupazione. Dover restituire parte delle risorse importanti e vitali dei Fondi Strutturali Europei a Bruxelles, sarebbe un vero atto di autolesionismo del Governo”. 

Redazione