Campese alle associazioni: «Accuse campate in aria»

Critiche delle associazioni. Il presidente delle Camera di Commercio non ci sta

Benevento.  

«L'autorevolezza di un ente come la Camera di Commercio non può essere compromessa da soggetti che non hanno le carte in regola per pontificare sulla gestione finanziaria dell'ente. Sedicenti sigle sindacali che avanzano accuse campate in aria, senza mai entrare nel merito delle questioni, che straparlano di sprechi senza indicare le voci dello spreco, che hanno il cattivo gusto di mettere all'indice un dirigente con un curriculum che è una garanzia per l'ente stesso, che provano in modo maldestro a disarcionare l'attuale governance ignorando forse le regole stesse della rappresentanza democratica.

Ma non sarà un tavolo improvvisato, da Sacra Inquisizione, a fermare il lavoro che questa Camera da anni porta avanti nell' interesse delle imprese e del territorio». Con queste parole il presidente dell’Ente camerale, Antonio Campese, ha replicato alle accuse mosse nei suoi confronti dal leader di Confcommercio Nicola Romano ed altri rappresentanti del settore.

La guerra interna alla Camera di Commercio si arricchisce, dunque, di una nuova puntata:?«Non ci faremo certo fermare da quattro rosiconi che si consumano di rabbia e di invidia. La provincia di Benevento merita di più e questa governance legittimamente e democraticamente eletta è impegnata giorno per giorno a fare il possibile per promuovere le eccellenze del nostro territorio con le risorse date», le parole di?Campese. Che rigetta, dunque, la richiesta di commissariamento. «Chi si è candidato alla presidenza di questa Camera di Commercio ‘contro’ di me lo ha fatto presentando un programma da Cetto La Qualunque. Manovre anti-Sannio e napolicentriche furono tentate già ai tempi del rinnovo degli organismi camerali.

Un vero tentativo di sabotare ancora una volta l'autonomia del Sannio per farne una succursale di Napoli o Avellino che miseramente fallì. E se non c'erano allora le condizioni per un commissariamento dell'ente, figuriamoci adesso. Ci vuole del talento per essere miopi in modo accecante. Non è con la rabbia che si ricostruisce la propria credibilità». Presenti, alla conferenza, i presidenti che si sono succeduti alla guida dell’Ente negli ultimi 20 anni, oltre ovviamente ai rappresentanti delle organizzazioni che fanno parte della giunta esecutiva. «Siamo qui - il messaggio - per difendere l'autorevolezza e la produttività di un ente che non merita, non fosse altro che per la sua storia, di essere messo alla berlina da chi con le menzogne cerca di conquistare la visibilità smarrita o meglio mai avuta.

Noi siamo aperti al confronto con tutti, ma i numeri sono numeri, e quelli non mentono». Rispedite al mittente anche le accuse sul costo del personale: «L'ente ha un certo numero di dipendenti. Quale sarebbe la soluzione che quelle sigle propongono? Il licenziamento? Che lo dicano apertamente. C'è una crisi economica in atto dal 2008 e le aziende chiudono a Benevento come a Milano. Ma come si può semplificare a tal punto una questione di politica economica tanto complessa dicendo che è tutta colpa della Camera di Commercio di Benevento? Davvero si sfiora il ridicolo», la durissima reprimenda di Campese.

Bordate anche sul «proliferare delle sigle: credo che occorra arginare questa deriva che depaupera la vera rappresentanza associativa, per cui si rende necessario uno sforzo sulla trasparenza e tracciabilità in merito alla quota associativa». Immancabile un riferimento al bilancio, col la riduzione del diritto annuale che ha inciso per oltre 1 milione e 7000mila euro. Il presidente ha rivendicato «l’equilibrio economico raggiunto, grazie alla solidità dell’Ente», snocciolando poi tutte le cifre relative ai costi sostenuti. «Ma mi rendo conto che saper leggere i bilanci non è da tutti. La critica quando è sterile è un’imposta che l’invidia percepisce sul merito. E questo è proprio il caso nostro», ha concluso Campese. La nota dei sindacati Sulla stessa vicenda si sono espresse anche le Rsu della Camera di commercio di Cgil, Cisl e Uil, che hanno espresso «rammarico per critiche ingiuste, infondate e indiscriminate rivolte ai dipendenti dell’Ente - hanno scritto in una nota - . Si tratta di valutazioni negative che non tengono conto sia della complessità della situazione, sia degli aspetti virtuosi che caratterizzano l’attività amministrativa», la presa di posizione.