Regionali: tra guerre interne e divisioni

L'inizio della campagna elettorale è, per quasi tutti i partiti, all'insegna delle divisioni

Benevento.  

Non i programmi, non le idee, e, stranamente, neppure le promesse. No, non sono stati questi fino ad ora i protagonisti dell'inizio della campagna elettorale per le regionali.

Tema comune per tutti i partiti, grandi o piccoli che siano, sono state le divisioni, le guerre interne, le minacce di scismi e rotture più o meno dolorose.

Si parte dal Pd del Sannio, che già in fase di organizzazione delle candidature e delle modalità di scelta ha mostrato una netta divisione: da un lato la segreteria, dall'altro il Pd cittadino, i lealisti. Pd che anche in Irpinia, per problematiche più o meno simili, si è mostrato tutt'altro che unito, e stavolta dire che è finita “a mazzate”, non è un eufemismo.

In Forza Italia problemi quasi identici: le accuse di un partito paralizzato nel Sannio hanno portato, già a febbraio scorso, a una fronda anticolasantiana, e il coordinatore provinciale infatti non è' stato candidato con gli azzurri, ma ha trovato ospitalità nella civica “Caldoro presidente”. Il difficile viene adesso: l'ex parlamentare Formichella, parlando della gestione padronale del partito, ha detto che l'unico a disporre della sede è proprio Colasanto... il rischio, per gli azzurri, è di una campagna elettorale da senza casa, da esuli. E lo stesso destino toccato a Colasanto, da Forza Italia alla civica, è toccato ad Antonia Ruggiero in Irpinia.

Neppure l'Ncd ha vissuto momenti facili: le scelte dell'ultima ora non sono piaciute a buona parte del coordinamento provinciale sannita. In particolare la candidatura di Errico, reo secondo i contestatori di non essere presente nella vita del partito, avrebbe provocato la dura reazione. Senza mezzi termini, infatti, i big, che vanno da Barone a Bello hanno spiegato che ora, il problema, si ripercuoterà sui voti.

Si finisce con l'Udc, con i “democaldoriani” sanniti spiazzati dalla scelta di De Mita di appoggiare De Luca, tanto da non presentare liste nel Sannio. Insomma, ad oggi, più che una campagna elettorale sembra un tutti contro tutti.

Cristiano Vella