M5S: no ad un nuovo punto all'ordine del giorno nel Consiglio

La nota di Sguera e Farese

Benevento.  

«Il M5S di Benevento biasima la decisione di inserire un nuovo punto all’ordine del giorno per il Consiglio del 29 agosto sia per la forma che per la sostanza.
La decisione, come già ricordato in una nota dal capogruppo del PD, Francesco De Pierro deroga al Regolamento, che prevede la discussione dedicata interamente al bilancio previsionale e a questioni ad esso attinenti. Per altro, proprio per tale motivo, si era giustificato il rigetto dell’o.d.g. proposto da Marcellino Aversano sul Teatro Romano».

Così una nota dei consiglieri pentastellati Marianna Farese e Nicola Sguera. «Appare francamente assurdo dover prendere una decisione come quella sull’adesione al G.A.L., che nella neolingua delle burocrazie regionali significa “gruppi di azione locale”, senza che sia stata fornita alcuna documentazione a supporto per una riflessione che sarebbe stata possibile, ben conoscendosi la scadenza tassativa di agosto, ricordata per altro in una manifesto di Giovanni Zarro. Inutile ricordare che c’è una precedente delibera del Consiglio, che si è rinnovato per il 70% e alle questioni formali, cui sprezzantemente ha deciso di rispondere il Presidente del Consiglio, Luigi De Minico, brandendo un’idea bellicosa da “guai ai vinti” e promettendo modifiche del Regolamento a colpi di maggioranza perché «bisogna poter decidere», si sommano le perplessità (eufemismo!) sui G.A.L. stessi. Le sintetizziamo con le parole della nostra portavoce in Regione, Valeria Ciarambino: «In qualità di Presidente della Commissione Trasparenza ho già avviato una serie di verifiche sul Decreto 19 e segnatamente sui criteri del bando regionale e sui processi di selezione dei GAL, devo approfondire ma quello che sconcerta è la assoluta assenza di controllo. Tutto si risolve in verifiche procedurali ex ante ma non c’è alcun meccanismo di controllo ex post, il che, evidentemente, è la migliore garanzia per chi volesse utilizzare queste ingenti risorse per fare clientela sui territori».

L’impressione è che sia partita una lotta sotterranea in vista delle elezioni del 2017 (o 2018: paura, eh!), in cui questi strumenti previsti dalla Regione, bellissimi in linea di principio, fondati sul principio del “bottom-up” e del protagonismo territoriale, rischiano di essere nuovo brodo di coltura di clientele utili a quelli che ambiscono ad essere ancora i protagonisti della scena politica nazionale nel Sannio: un sottosegretario, minato dal disastro delle amministrative, e un Sindaco “a tempo”».