Cinelli: "Il nostro primo obiettivo è ritrovare carattere"

Il neoallenatore: "Con Landaida rapporto speciale, è un momento che sognavo da due anni"

Benevento.  

"Non mi nascondo, è un momento di grande emozione. Un momento che sognavo da due anni". Daniele Cinelli non ha motivo di offuscare le sensazioni del suo primo giorno sulla panchina del Benevento. Guiderà i giallorossi insieme a Manuel Landaida, di cui è stato compagno di avventure prima in campo e poi fuori, nelle fila del settore giovanile del club sannita. "Non abbiamo fatto ancora discorsi approfonditi alla squadra, abbiamo preferito utilizzare prima di tutto parole di conforto. In questo momento occorre serenità e noi siamo qui per aiutare i calciatori a superare un momento così complesso. Devono ritrovare la voglia di sudare, di darsi una mano, di pensare positivo. Si deve fare in modo di ripartire da queste piccole, grandi cose". La curiosità riguarda soprattutto il sistema di gioco, ma per il momento nessun particolare è stato svelato. "Per il nostro modo di pensare, lo schieramento tattico non è un problema. Contano la mentalità, l'atteggiamento, la filosofia, il sacrificio. Ci sono cose più importanti del sistema di gioco. Dell'assetto parleremo alla squadra avendo e dando come prerogativa il rispetto dei ruoli. Non ci interessa se i giocatori ci chiameranno per nome o "mister", quello che conta è l'atteggiamento. Dovranno e dovremo dimostrare tutti che siamo pronti a dare anche il 110% per questa maglia". La missione non è delle più semplici ma le ambizioni ci sono ed è un buon punto di partenza. "Se mi aspettavo una chiamata simile? Sì, non posso essere ipocrita. Quando due anni fa Diego (Palermo ndr.) mi chiamò proponendomi la guida della Berretti accettai volentieri, consapevole di dover iniziare un percorso. Nella vita bisogna essere ambiziosi, non credo sia un difetto. E non bisogna avere paura in determinati campi. Ho paura, semmai, di come possano crescere i miei figli, ma non di allenare. Da giocatore, nonostante i miei limiti tecnici, ho disputato diciassette campionati. Dalla mia carriera ho imparato che dando il meglio di sé stessi si può andare anche oltre le proprie possibilità". L'entusiasmo aiuta a non sentire la pressione di un ruolo importante. "Sappiamo che c'è anche il rischio che qualcosa vada storto, non vogliamo neanche pensarci. Lavoreremo per non avere rimpianti, ma il pensiero della sconfitta in questo momento non ci sfiora minimamente". La squadra che fino a poche ore fa è stata guidata da Brini è stata seguita assiduamente dall'ex centrocampista: "Il Benevento per lunghi tratti di questo campionato ha rasentato la perfezione mostrando grandissimo carattere e qualità non comuni. Nell'ultimo periodo l'aspetto caratteriale è venuto meno insieme al cinismo. Credo che il carattere sia come la felicità citata da Benigni. Noi possiamo dimenticarci della felicità ma lei non si dimenticherà mai di noi, quindi dobbiamo ricercarla. Ecco, vogliamo tornare a sorridere". Per riuscire nell'intento conterà molto l'affiatamento con Landaida. "C'è un particolare che a molti sembrerà banale ma vi assicuro che non lo è. Io e Manuel abbiamo giocato insieme, siamo stati compagni ma soprattutto confidenti fin da subito. Ci siamo fatti delle confessioni importanti, abbiamo un legame solido. Lui è una persona che osserva molto, bada ai dettagli, non trascura nulla. Io sono quello più abituato a gestire. Con lui ho un rapporto speciale". 

 

Francesco Carluccio