L’era Brini è già alle spalle, il Benevento passa nelle mani di Daniele Cinelli e Manuel Landaida, due di quella squadra del 2009, che fece palpitare i cuori dei tifosi giallorossi, mai così vicini alla conquista della serie B. Il cerimoniere del pomeriggio nella sala stampa del piccolo impianto di Paduli è il presidente Vigorito. Tocca a lui raccontare i dettagli di questa storia iniziata dopo il fischio finale di Matera-Benevento: “Sabato dopo la partita avevo detto a Brini che ci saremmo sentiti e visti prima di lunedì, poi il mister ha avuto una serie di colloqui con Di Somma e Palermo e siamo arrivati alla convinzione, che indipendentemente dai risultati, era necessario dare una svolta ad una squadra che resta ed è ancora da record, ma stava accusando una evidente flessione. Domenica alle 13 all’ora di pranzo l’ho chiamato e gli ho comunicato la nostra decisione”.
Il presidente mantiene il suo aplomb, c’è serenità nel giudizio e nella decisione presa: “Sono sempre scelte molto sofferte. Può capitare di esonerare un allenatore che non ti va giù, questo non era il caso di Brini. Però la situazione stava prendendo una piega sempre più complicata e del resto come si dice nel calcio se non puoi mandar via 23 giocatori, mandi via l’allenatore”. La decisione di adottare una scelta che restasse nell’ambito della famiglia giallorossa è stata presa in fretta e senza esitazioni: “Ho chiesto a Landaida e Cinelli se avessero la mia stessa serenità in questo preciso momento e se si sentissero di trasmettere la loro carica a questo gruppo. Del resto qualcuno mi aveva detto di affidare il Benevento a chi avesse mostrato una luce diversa negli occhi quando glielo avrei chiesto. Allora ho capito che questa fosse la scelta più giusta. Lo so che una situazione del genere poteva essere meglio gestita da allenatori più esperti, ma ci siamo resi conto che negli ultimi anni molte società stanno scegliendo di fare in questo modo. Lasciamo perdere il Milan, pensiamo alla Juve Stabia che ha preso la stessa decisione: le vespe stanno battendo un po’ tutti.
Ci siamo guardati dentro e poiché abbiamo tanta stima di Landaida e Cinelli, abbiamo chiesto anche a Di Somma cosa ne pensasse e lui ha detto che era la migliore soluzione”.
Che il presidente stimi tantissimo i due ex giallorossi è risaputo. Le sue parole non fanno altro che ribadire questo concetto: “Loro dovranno essere gli attori di un film che noi vorremmo fare in otto puntate. Il loro arrivo è come aver tolte le tende ad una stanza scura e aver rivisto il sole. Ci assumiamo la responsabilità di ciò che facciamo. Grande stima e rispetto per Brini, arrivò in un momento difficile per la squadra e per la società. Lui ci ha aiutato a crescere e non è un caso che sia rimasto con noi quasi 16 mesi. Oggi quella metodologia non può aiutarci alla svolta, puntiamo sui giovani, a cui gli occhi sono brillati quando gli abbiamo dato la notizia. La squadra ha dato subito grande attenzione a questi due ragazzi”.
Vigorito sottolinea con forza che lui questo campionato vuole vincerlo: “L’esonero di Brini non è un alibi, la colpa di questa situazione è di tutti, a cominciare dal presidente. Ma chi dice che io non voglia andare in B dice una sciocchezza. E’ il mio desiderio più grande, voglio la B più di chiunque altro. Non mi pento mai di quello che faccio o non faccio: se l’avessi esonerato prima o dopo Lecce non sarebbero cambiate le cose. Un mese fa gli chiesi le ragioni dell’involuzione, lui rispose come ha risposto in conferenza. Io ho recepito, quando ho visto che quelle risposte erano sempre le stesse, ho pensato che la metodologia dell’uomo solo al comando non poteva più vedere come interprete il nostro allenatore. Ora ci affidiamo a Landaida e Cinelli: che loro conoscessero già la squadra ha influito più del cinquanta per cento sulla scelta. Li conoscono tutti, non in maniera confidenziale ovviamente. Sono umili e trasparenti, lo sono stati prima da calciatori e ora da allenatori. Hanno esperienza, penso che sapranno portarla sul campo. Gente che amava così il Benevento non l’avremmo potuta trovare da nessuna altra parte, così come non avremmo potuto avere gente che conosceva così bene la squadra. Dico che un inizio migliore per questa nuova avventura non ci poteva essere”.