Astarita come Paoloni

Tutti e due approdati nel Sannio dopo averla combinata grossa nei loro club di provenienza

Benevento.  

Due vicende che si assomigliano incredibilmente quelle del torrecusano Astarita e dell’ex portiere giallorosso Paoloni. Il legame è la “fuga” dalla società in cui hanno combinato più di un  guaio. Astarita è nelle file dell’Akragas (che ha poi vinto il campionato di serie D) e il 9 novembre dello scorso anno va a giocare sul campo del Neapolis del presidente Moxedano e del diesse Ciccarone. Con la squadra agrigentina sotto di un gol, Astarita va a segnare un gol con una mano, buscandosi una sacrosanta espulsione (era già ammonito). Nell’intercettazione di una telefonata con Ciccarone e Moxedano dice che lui non avrebbe potuto mai giocare contro chi gli aveva fatto del bene, facendo intendere di aver procurato volontariamente la sua stessa espulsione con quel fallo di mano. Il fatto è che nello spogliatoio dell’Akragas più d’uno si lamenta e fa intendere di aver capito il giochetto, per cui Astarita chiede a Ciccarone di aiutarlo a trovare un’altra squadra. E’ così che lascia lo squadrone agrigentino e approda al Torrecuso. L’analogia è evidente con la vicenda Paoloni, che era nell’occhio del ciclone a Cremona e il diesse Turotti lo sbolognò all’ingenuo Mariotto. Entrambi ottimi giocatori per la categoria, tutti e due con macchie indelebili sui propri curriculum.