All'Aversa non riesce il miracolo: l'Ischia è in Lega Pro

I granata si sono imposti con il punteggio di 3-1 ma non è bastato

Benevento.  

AVERSA NORMANNA      3
ISCHIA ISOLAVERDE         1


AVERSA NORMANNA (4-2-1-3): Lagomarsini 6; Del Prete 5.5 (25’ st Personè 5),
Scognamillo 6, Magliocchetti 4.5, Amelio 6; Giannattasio 6, Giannusa 5.5(st 8’
Esposito 6); Mosciaro 6.5; Mangiacasale, De Vena, De Luca. A disp.: Despucches,
Petricciuolo, Castellano, Catinali, Personè, Sassano. All.: Marra 6.5.


ISCHIA ISOLAVERDE (4-3-2-1): Giordano 5.5; Finizio 6.5, Impagliazzo 6, Sirignano
6.5, Bruno 6; Massimo 6, Bulevardi 5 (39’ st Formato sv), Chiavazzo 5.5;
Schetter 6 (pt 33’ Alvino 6.5), Millesi 5.5; Infantino 5 (23’ st Fumana 5.5). A
disp.: Mennella, Verachi, Gerevini, Bacio Terracino. All.: Maurizi 6.


ARBITRO: Piccinini di Forlì.


RETI: pt’ 48 De Vena, st 10’ Alvino, st 32’ Mosciaro, st 35’ Mangiacasale.
NOTE. Spettatori 1000 circa di cui 500 provenienti da Ischia. Ammoniti:
Mangiacasale, Scognamillo, Infantino, Amelio, Giannusa, Bruno . Espulso:
Magliocchetti. Angoli: 6-2 per l’Aversa Normanna. Recupero: pt 4’, st 5’.


Ci è mancato poco per assistere al miracolo sportivo dell’Aversa Normanna. Il
3-1 finale non basta, l’Ischia Isolaverde con molte più difficoltà del previsto
riesce a mantenere la Lega Pro e condanna i normanni alla retrocessione che solo
una settimana fa sembrava cosa già fatta e che, fino all’ultimo istante, è
restata in bilico per merito della grande prova di sacrificio dei ragazzi di
Marra. Il colpo di scena finale non è arrivato ma ci è mancato poco, l’Ischia ha
rischiato di sprecare l’enorme vantaggio accumulato nella gara di andata per
colpa di un po’ troppa presunzione che l’ha portata a rischiare nonostante la
superiorità numerica che aveva dato l’impressione di poter chiudere in anticipo
la pratica. L’ultimo derby campano stagionale ha regalato tante emozioni
nonostante l’atteggiamento proibitivo degli ospiti che, forti del risultato
della gara di andata, si sono limitati a difendere. L’Ischia fa dell’attenzione
e della grinta l’arma principale per chiudere all’Aversa Normanna tutti gli
spazi. Il possesso palla sterile dei padroni di casa non smuove gli equilibri e
non abbatte il muro di maglie a difesa della porta di Giordano, mai in serio
pericolo. Il pasticcio di Bulevardi però consegna a Mosciaro una clamorosa
occasione vanificata dal provvidenziale salvataggio sulla linea di Sirignano
(20’). L’Aversa, galvanizzata dall’improvvisa palla- gol, continua a premere il
piede sull’acceleratore senza però riuscire a trovare interessanti soluzioni da
alternare al lancio lungo alla ricerca di De Luca, sempre sovrastato
dall’attenta linea difensiva ischitana. Il diagonale dello stesso attaccante che
fa la barba al palo (37’) è però il secondo campanello d’allarme che fa capire
che l’Aversa è viva e ci crede. E la dormita di Impagliazzo che consente a De
Vena di sbloccare la gara rimette tutto in discussione pochi secondi prima
dell’intervallo (48’). Le emozioni vere e proprie arrivano però nella ripresa:
l’espulsione di Magliocchetti spiana la strada all’Ischia che trova con Alvino
(subentrato a Schetter) il gol dell’uno a uno. Tutto finito, o almeno così
sembra. Perché Millesi è ingenuo nel regalare il penalty all’Aversa trasformato
da Mosciaro che vale il nuovo vantaggio dei normanni. Ma il timido entusiasmo
con il quale è accolta la trasformazione che vale il 2-1 fa capire quanto poco
ci credano anche i tifosi, rinvigoriti però dal terzo gol siglato dal sinistro
di Mangiacasale che dopo un bacino al palo si insacca alle spalle di Giordano.
Sono minuti di incredibile tensione, con l’Aversa che in dieci riesce ad essere
costantemente nella metà campo di un’Ischia improvvisamente scomparsa e
rintanata nelle sue paure. Mosciaro va vicinissimo alla doppietta personale con
una conclusione che non inquadra lo specchio della porta per questione di
centimetri. E’ l’ultima chance per aggiustare la stagione dell’Aversa che però
termina con la retrocessione nei dilettanti dopo aver dato tutto forse però
troppo tardi.