Ciarcià: "Il pubblico numeroso è un'arma a doppio taglio"

Uno dei doppi ex della sfida a Granatissimi: "Spero che vinca il migliore"

Benevento.  

Dopo Carlo Ricchetti, detto “il re del taglio”, è stato uno dei numeri 7 migliori che la Salernitana abbia espresso negli ultimi anni per classe, capacità di dribbling e senso del gol. Non è un caso che fosse entrato così tanto nel cuore della Curva Sud da riuscire a farsi dedicare un coro ad hoc: “Siam venuti fin qua, siam venuti fin qua per vedere segnare Ciarcià”. E proprio lui, Giampaolo Ciarcià, classe ’80, attualmente in forza al Taranto, è stato raggiunto telefonicamente ed in esclusiva dalla nostra redazione per parlare, in qualità di doppio ex, della sfida tra Salernitana e Benevento: “In queste due piazze ho vissuto due esperienze bellissime. Nell’anno e mezzo di permanenza a Salerno siamo rimasti gratificati con la vittoria del campionato e la conseguente promozione in B. Quando vai in una città e vinci, non la dimentichi mai. Questo non significa che il Benevento non abbia rappresentato una tappa bella nella mia carriera: ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo importante che avrebbe meritato di centrare la promozione in B. Sono due realtà importanti: meritano di fare altri campionati, sono le due squadre meglio attrezzate del girone C”. Sulle polemiche che sono scaturite dalle dichiarazioni pepate di Brini: “Mi ha stupito sentire il mister parlare così. E’ una persona molto pacata, esemplare e coerente. La dichiarazione è stata un po’ esagerata, ma la ritengo derivante dalla tensione che un post partita è solito trasmettere. A caldo può capitare di esternare cose che non si vorrebbero dire, facendoci prendere dal nervosismo. A mente fredda si sarà accorto di aver detto una fesseria”. Ciarcià si è, poi, soffermato sulla differente interpretazione del 4-4-2 fornita dalla sua Salernitana con Brini in panca e dall’attuale Benevento: “La Salernitana di Brini era un 4-4-2 vero con tutte e due le fasi. A destra giocavo quasi sempre io, mentre a sinistra si alternavano Mammarella, D’Isanto, Piccioni ed Enzo Fusco. Tutti quanti fornivamo un valido contributo sia in attacco che in difesa. Il Benevento di quest’anno, con Alfageme e Campagnacci sulle ali, fa un 4-2-4 effettivo: non è nelle loro qualità fare la fase difensiva perché aiutano di meno la squadra”.

Ciarcià non aveva grosse alternative a Salerno e fu uno degli stakanovisti della squadra nell’annata della promozione in B. Quest’anno un calciatore che sta rifiatando poco è Colombo. Abbiamo chiesto a Giampaolo il segreto per mantenere un elevato e costante standard prestazionale: “Se si ha la giusta predisposizione al sacrificio, abbinata alla cultura del lavoro ed a notevoli capacità organiche, se ti alleni bene durante la settimana, si può riuscire tranquillamente a sostenere un intero campionato. Non hai difficoltà a farlo, specie se il pubblico ti fa gasare”. Sul pubblico dell’Arechi ed i tanti tifosi che sono attesi per il derby di sabato: “Affrontare una partita con tanta gente è un’ arma a doppio taglio: può esaltarti o gettarti nello sconforto se si inizia a mugugnare dopo qualche errore. Quando giochi in piazze importanti ed esigenti come Salerno, se non hai gli attributi fai fatica perché bisogna sapersi confrontare con le pressioni che provengono da tutto l’ambiente. Salerno ha un pubblico meraviglioso, con lo stadio sempre pieno. Di sicuro invidio i miei colleghi in maglia granata perché vorrei essere al loro posto, ma sono contento per loro che vivono questa esperienza. Mi tengo i miei bei ricordi”. Il Benevento avrà due risultati su tre per mantenere la vetta e Ciarcià ha espresso la sua: “I sanniti non faranno le barricate a Salerno. Se occupi il primo posto e sei una grande squadra, si pensa solo a vincere. La gara è importante, ma non decisiva: se il Benevento vince a Salerno dà, però, un bel segnale psicologico; se vince la Salernitana, il campionato è ancora aperto in quanto con un solo punto di vantaggio basta un mezzo passo falso per essere superato nuovamente. Tutti i giochi sono aperti”. L’esterno di Siracusa ha, successivamente, parlato dei motivi che l’hanno spinto a scendere in D a Taranto: “Dopo l’esperienza di Pagani con Grassadonia, ho assistito inerme alla riforma dei campionati di terza serie. Questa manovra ha tolto tanto spazio nelle rose di squadre medio – piccole a calciatori di una certa esperienza, come il sottoscritto, che si sono ritrovati, giocoforza, a scendere di categoria. E’ un peccato perché il livello tecnico si è fortemente abbassato: se confrontiamo il livello delle squadre di terza serie quando centrammo la promozione con quello delle squadre di adesso, specialmente se vediamo le compagini composte da giovani alle prime armi, non c’è paragone. Tanti calciatori ottimi si sono ritrovati senza una squadra. Lo scorso anno abbiamo mancato la promozione per un soffio, quest’anno spero di tornare in Lega Pro vincendo con i rossoblu”. Ciarcià ha, infine, confessato di non aver ancora pensato a cosa gli riserverà la vita una volta appesi gli scarpini al chiodo e, pur non volendosi sbilanciare nel pronostico di Salernitana – Benevento, ha dichiarato: “Ho un debole per i tifosi salernitani. Spero che vinca il migliore e che sia una bella festa dello sport”.

Da Granatissimi