Castel Volturno, la città più "nera" d'Europa: altro che quote

20mila abitanti, 10mila africani. Qui la regola dei tre migranti ogni mille non vale

Una polveriera sociale, dove coesistono criminalità e bellissime esperienze di accoglienza

Castel Volturno.  

Sono sempre più numerosi i sindaci che in queste ore stanno dicendo no alle quote di migranti previste dal Viminale, 3 ogni mille abitanti.

Il principio è lo stesso che si cerca di applicare, senza successo, in Europa: distribuire equamente i migranti tra tutti i comuni italiani in proporzione al numero degli abitanti.

In Campania ci sono 5.850.mila residenti. Il calcolo è semplice. In base alla regola dello 0,3 per cento in pratica la nostra regione dovrà ospitare ancora 17.550 migranti.

Il Governo ha stanziato pure 100 milioni da distribuire ai comuni che li accoglieranno. Ma molti sindaci dicono no per non inimicarsi i cittadini. E allora le Prefetture agiscono in deroga ai poteri dell'amministrazione. Ma le decisioni calate dall'alto finiscono per peggiorare le cose (vedi il caso delle lenzuola bianche ad Avellino o la recentissima protesta del sindaco di Vitulano).

Ma mentre gli altri litigano sulle quote c'è un posto in Campania che questo problema lo ha superato da parecchio. E' Castelvolturno in provincia di Caserta.

La chiamano la banlieu d'europa. 20 mila abitanti, più di 10mila immigrati regolarmente registrati, quasi tutti africani. Ma il numero è approssimato per difetto: se si tiene conto degli ultimi arrivi e di quelli irregolari o stagionali che vengono a lavorare nelle campagne il numero di immigrati supera quello dei residenti.

Dopo tanto tempo qui c’è ancora un solco profondo tra la comunità locale e gli stranieri, anche se ormai dopo vent'anni sono tanti quelli che si possono considerare cittadini italiani a tutti gli effetti.

La tolleranza è un filo sottile che potrebbe spezzarsi in qualsiasi momento. Castel Volturno continua ad essere una "polveriera”, come ha confermato di recente il sindaco Dimitri Russo nel corso della commemorazione della strage dei ghanesi avvenuta otto anni fa, per mano della camorra.

La convivenza forzata genera spesso drammi e disordine. Ma qualche volta per fortuna produce anche esperienze bellissime di accoglienza. Noi siamo stati nel Centro Fernandes, che dai primi anno novanta si occupa di migranti. Qui ci sono scuole di italiano, ambulatori medici, e quelli che una volta erano gli ospiti oggi sono volontari che aiutano i propri connazionali. 

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