Ex brigatisti al corso di formazione del Csm: «Sconcertante»

La nota del Coisp

Si è detta “attonita”, prima ancora che “amareggiata”, Alessandra Galli, figlia del giudice Guido ucciso da Prima Linea, che ha espresso il proprio “sconcerto” non per l'argomento dell'incontro, “ma per la decisione di invitarvi Adriana Faranda

"Brigatisti o ex brigatisti, che dir si voglia (ma non conta in questo caso) invitati a tenere lezioni ai depositari del Potere Giudiziario? In certe cose la forma è sostanza. La verità è che oggigiorno non si fa altro che trovare mille inutili ed ipocrite scuse per coprire l’assoluta perdita di coerenza di chi dovrebbe incarnare la legge, le Istituzioni, l’ossatura dello Stato, con ciò calpestando la dignità stessa del principio della civile convivenza e del rispetto dovuto a chi ha subito ingiustamente. E’ una vergogna. Chi ha pagato con la vita gli effetti degli anni più bui della nostra storia recente merita un rispetto che implica anche onorarne la memoria, passando soprattutto per il silenzio e la capacità di ritirarsi in buon ordine di chi si è macchiato di crimini infami”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, che unisce la voce del Sindacato Indipendente di Polizia, al coro di polemiche suscitato dalla notizia che gli ex terroristi Adriana Faranda e Franco Bonisoli, dissociati dalla lotta armata da circa un trentennio, sono stati invitati a partecipare nella sede della Scuola della magistratura ad un corso di formazione per i giudici sulla giustizia riparativa a Scandicci. Ad organizzare la tre giorni è la Scuola Superiore della Magistratura. Alla sessione dal titolo “Incontro con la giustizia riparativa: testimonianze, riflessioni, confronto”, intorno allo stesso tavolo Franco Bonisoli, ex membro del comitato esecutivo delle Brigate rosse nel 1978, nonché componente del commando che rapì Aldo Moro ed uccise i cinque uomini della scorta; Adriana Faranda, ex brigatista che partecipò alla gestione del sequestro; Agnese Moro, figlia del leader democristiano assassinato; Sabina Rossa, figlia dell’operaio comunista Guido Rossa ucciso dai brigatisti il 24 gennaio 1979; Manlio Milano, marito di Livia Bottardi, una delle vittime della strage di piazza della Loggia a Brescia, 28 maggio 1974. 

“E’ indispensabile annullare questa iniziativa a dir poco inopportuna - conclude Maccari -. Prima ed al di là di ogni discussione politicamente orientata, o, peggio ancora, di ogni giustificazione nascosta dietro a questioni di progressismo, lo si deve alle famiglie che hanno visto il sangue dei propri cari sparso sull’asfalto, molto del quale di Appartenenti alle Forze dell’Ordine”.