Sorpresa! Gomorra non ha effetti in Campania. Ma a Vigevano...

I soliti a dire: influenzerà i ragazzi dei quartieri. Sbagliato. Le anime fragili erano altrove.

Nella tranquilla cittadina lombarda c'è chi ha giocato a Ciro l'immortale. Si è vantato delle sue gesta, come fosse su un palcoscenico. Risultato: 24 arresti, 54 indagati. Poi dicono che al nord...

di Luciano Trapanese

Ve li ricordate gli intellettualoni che pontificavano sugli effetti nefasti che la serie Gomorra avrebbe avuto sulle fragili menti dei campani, e dei napoletani in particolare, soprattutto quelli che vivono in zone di camorra? Tutti lì a dire, vedrete, spunteranno capetti che imitano Ciro l'immortale o Genny Savastano. E c'era anche chi dava loro credito. A dire il vero c'era pure chi si scandalizzava per il vibratore di Scianel, il sex toy super trash che assurgeva a simbolo del vizio di tutte le napoletane. Ebbene, è arrivata la smentita. O meglio: è vero, Gomorra influenza le menti fragili. Ma non a Napoli, e neppure in Campania. Più lontano. Nell'insospettabile Lombardia. A Vigevano, per la precisione. Ventiquattro ordinanze di custodia e 54 indagati. Una vera banda, dedita a estorsioni, incendi dolosi, truffe, rapine, traffico d'armi, e naturalmente il piatto forte, spaccio di droga. Atteggiamenti da guappi di periferia, la stessa guerra dichiarata allo Stato (in Lombardia?), analoghi sistemi. Ma hanno esagerato. Come in una copia malriuscita della serie. Una imitazione da serie B. I protagonisti, che evidentemente hanno scambiato il crimine con il palcoscenico, si sono allegramente vantati degli attentati, delle intimidazioni, dello spaccio. Con amici, parenti, amanti. In alcuni casi hanno anche fatto vedere la scena del crimine. Li immaginate, belli tronfi e impettiti, sussurrare: vedi quella macchina bruciata? Opera mia.

Beh, questo in Gomorra non accadeva. Ma evidentemente serviva il pubblico. Peccato che troppo pubblico non è adatto a nessuna impresa criminale. I nostri aspiranti gomorristi lombardi si erano anche dotati di una canzone che giustificava e amplificava le loro imprese. Quasi come alcuni neomelodici partenopei. Volevano «conquistare Vigevano». Chiamavano i carabinieri «cani a guinzaglio», quelli in divisa, e «cani sciolti» quelli in borghese. Le dinamiche all'interno del gruppo ricalcavano quelle della serie, anche se l'accento e il dialetto erano decisamente lombardi.

Naturalmente la loro avventura è durata poco (per fortuna). La vita non è un film. Neppure la vita criminale. Hanno lasciato in giro un numero consistente di prove e testimoni. Del resto, come direbbero gli intellettualoni, sono «anime fragili». E non sono di Napoli e neppure della periferia degradata di una qualsiasi metropoli. Ma della tranquilla Vigevano. Non bastava delinquere. Dovevano fare la banda. Facciamo come Gomorra... Ignoravano, evidentemente, che a Napoli, se proprio qualcuno ha dovuto azzardare un paragone, l'ha fatto tra la paranza dei bambini e l'Isis, per la barba lunga, l'atteggiamento, l'audacia e la spietatezza. E l'Isis, al contrario di Gomorra, non è una fiction.