L'agricoltura del sud è la più giovane d'Italia

Masiello: "In Campania, la sfida è non deludere"

“I segnali sono incoraggianti - sottolinea Masiello – ma la Campania ha un potenziale giovanile che attende ancora di esplodere per il suo valore.

Napoli.  

“Una nuova conferma statistica a quanto rileviamo ogni giorno sul territorio. L’agricoltura al Sud ha invertito la tendenza ed è diventata attrattiva per i giovani. Ma nel boom complessivo del Meridione la Campania fa ancora fatica a piazzare risultati tondi. I ritardi nella programmazione non aiutano, ora la vera sfida è non deludere le aspettative di tanti ragazzi e ragazze”. È il commento di Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vice presidente nazionale, al Rapporto Ismea Svimez 2015-2016 dal quale si evidenzia che l’agricoltura del Sud è cresciuta più del resto d’Italia. L’agricoltura del Mezzogiorno è la più giovane d’Italia dove salgono a 26.587 le imprese condotte da under 35 nel 2016, ben il 52% di quelle presenti in Italia.

“I segnali sono incoraggianti - sottolinea Masiello – ma la Campania ha un potenziale giovanile che attende ancora di esplodere per il suo valore. La passione dei giovani è linfa vitale per l’agricoltura del futuro, ma in generale per il sistema economico e sociale regionale. Dopo i tanti sacrifici per costruire una nuova narrazione dell’agricoltura, e dopo i tanti attacchi infamanti verso la nostra terra, non ci possiamo permettere di deludere questa generazione. Quando sono messi alla prova i giovani campani dimostrano di avere una grande capacità di innovazione, grazie alla crescita nella formazione e all’immenso patrimonio agroalimentare campano. A fine marzo scadranno le candidature per l’Oscar Green 2017, il premio che Coldiretti dedica proprio ai giovani agricoltori”.

A colmare lo storico gap con le regioni del Centro-Nord è stata – sottolinea la Coldiretti - la spinta propulsiva delle nuove generazioni alla crescita del settore che si è dimostrato essere il più gettonato, dopo il commercio, nelle nuove aperture. Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita la vera novità rispetto al passato sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.

Secondo una analisi della Coldiretti/Ixè, tra queste new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57% anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici. Il risultato – precisa la Coldiretti - è che, secondo una indagine della Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.

Per favorire l’ingresso dei giovani la Coldiretti ha costituito una task force per cogliere le opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno ventimila giovani imprenditori entro il 2020 che vengono dall’avvio dei Piani di Sviluppo rurale regionali finanziati dall’Unione Europea. Gli interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti possono arrivare ad offrire - spiega la Coldiretti - fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l'attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60% ma i giovani potranno accedere inoltre a tutte le altre misure previste sviluppo rurale come consulenza aziendale o la formazione con criteri di priorità. Un sostegno che – conclude la Coldiretti - è stato accompagnato di una importante misura nella Legge di stabilità che prevede l'esonero dei contributi previdenziali al 100% per i primi tre anni e poi del 66% e 50% per il quarto e quinto anno, fortemente sostenuta dai giovani della Coldiretti.