Scandalo trapianti. Così lasciate morire i bambini

La disperata protesta dei genitori al Monaldi. Le loro storie, la loro rabbia.

La sanità negata in Campania, anche quando salva le vite dei bambini. L'intera inchiesta realizzata da Rossella Strianese, per La linea, in onda venerdì alle 21 su OttoChannel, canale 696 del digitale terrestre.

Da centro di eccellenza nazionale a esempio di malasanità. Il centro trapianti del Monaldi nel 2013 era primo in Italia, oggi non riesce a smaltire nemmeno un terzo della lista di attesa e dal 31 gennaio 2017 è stata sospesa completamente l'attività trapiantologica pediatrica.

Nella delibera 101 si legge che «non ci sono al momento le condizioni per creare l’indispensabile collaborazione tra il Centro Trapianti e la Cardiochirurgia Pediatrica».

«In pratica poiché i medici non sono in grado di collaborare tra loro i nostri figli devono rimanere senza assistenza», spiega la portavoce dei genitori Dafne Palmieri.

Nel frattempo dal 2014 sono morti ben 8 bambini. Per due anni il Comitato dei Genitori dei bambini trapiantati di cuore e in attesa di trapianto, affiancati da Federconsumatori Campania ha lottato, ha cercato risposte, provato a dialogare. Ma dalla Regione nessuna risposta. E oggi hanno deciso che la misura era colma. Sono saliti sul tetto (guarda foto e video) della direzione sanitaria dell'ospedale dei Colli e sono intenzionati a restarci fino a quando il Governatore De Luca non interverrà perché riprendano le attività del centro.

«Negli ultimi 2 anni c’è stato un netto peggioramento dell’assistenza nel pre e post trapianto - racconta Dafne, mamma di Massimo che al momento dell’operazione aveva 12 anni e oggi, a 15 anni, è l'ultimo sopravvissuto a un trapianto di cuore a Napoli. I genitori denunciano episodi di accesso negato al ricovero, immissioni tradiva in lista, mancanza di un protocollo specifico per i bambini trapiantati che necessiterebbero un accesso privilegiato di pronto soccorso.

«Mia figlia era in lista per un trapianto di cuore. Nel 2015 è stata tolta da quella lista inspiegabilmente. Poi abbiamo capito perché quando poco dopo è stato chiuso il centro – spiega Umberto Vesce, padre di una bimba di 13 anni che da mesi è ricoverata fuori regione. - Siamo stati costretti ad andare a Bergamo dove ci hanno detto che non solo doveva rimanere in lista di attesa ma che era tra i casi più urgenti».

«Noi abbiamo conosciuto un reparto davvero di eccellenza. Ma nel 2014 hanno cominciato a smantellare la cardiochirurgia pediatrica: ci dicessero innanzitutto perché hanno allontanato dalle attività i medici che con successo e passione si sono occupati dei nostri figli nel decennio precedente».

In attesa che qualcuno fornisca risposte e garantisca il diritto alla salute di questi pazienti ripercorriamo tutta la storia di questo scandalo nella puntata speciale de La Linea, programma a cura di Rossella Strianese, in onda il venerdi alle 21 su Ottochannel canale 696.