VIDEO | Ma quale lavoro, San Gennaro facci vincere lo scudetto

Quel simpatico siparietto dei napoletani fuori al Duomo in attesa del miracolo del patrono

Napoli.  

«San Gennaro si è svegliato capolista» oppure «Faccia Gialla il miracolo già lo ha fatto, facendo perdere Juventus e Roma». Il Santo Patrono, il napoletano e il calcio. Sono come il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo. Un unicum. Una correlazione profana ma inevitabile che, nel giorno del prodigio al Duomo, offre quel pizzico di sana allegria in un momento dove commozione e fervore religioso la fanno da padrone.

Non si contano i napoletani che, quasi cercando il cronista di turno, posano sorridenti dinanzi alle telecamere rette dagli operatori. Alla classica domanda «Cosa chiedi a San Gennaro?» non tutti rispondono però pace per la città e più lavoro per i giovani. A dire il vero, sono in netta minoranza coloro che si augurano beneficenze dal patrono sul piano sociale. La risposta più gettonata è quella che si rifà all'ambito sportivo, calcistico di preciso. «Vulimm vere' o' terzo scudetto, San Gennà piensece tu», «Juve fuori dai gironi di Champions, noi avanti e vittoriosi in campionato: questo è il miracolo che ci devi fare». Ma ci sta anche che la iattura si trasformi in intercessione sacra. Come quella diretta al novello "core 'ngrato", a quel Gonzalo Higuain che nell'ultima estate ha deciso di abbandonare gli azzurri per accasarsi tra i nemici storici bianconeri: «San Gennà, si o vero si grande, o menisco e nient chiù».

Insomma, una preghiera per il mondo e una anche per la squadra di calcio del Napoli. Il ripetersi del miracolo di San Gennaro, con il sangue del patrono che si è sciolto nella teca di vetro che contiene la reliquia, è stato accolto dai fedeli come tradizionale segno di buon auspicio e i napoletani hanno chiesto al Santo di realizzare alcune delle loro preghiere. «Forza Napoli – dice un uomo – che il Napoli vinca lo Scudetto, e poi la salute». Dal calcio alla geopolitica, dunque, per San Gennaro le aspettative sono decisamente elevate. Ma altrimenti che miracolo sarebbe… 

 

Rocco Fatibene