Sei morti in 3 giorni, è mattanza di camorra

De Magistris: è emergenza. Orlando: il Governo ha fatto quello che serve. Alfano: serve un piano

Napoli.  

 

di Simonetta Ieppariello

Sei morti in 48 ore, è mattanza a Napoli. Di camorra. Giovedì  i primi tre omicidi, tra Afragola e Giugliano. Poi, ieri, il sabato di morte e di piombo è iniziato all’alba, in un pub-cornetteria a Riviera di Chiaia, a due passi dal commissariato di San Ferdinando. 

All'interno del locale è arrivato un uomo con il passamontagna. Ha puntato dritto verso un avventore, poi tre colpi alla testa. Carmine Picale, 29 anni è morto subito dopo, al Loreto Mare. Passano una manciata di ore e poco dopo le 15 a Miano i killer sono tornati in azione: venti colpi di pistola hanno ucciso zio e nipote. Avevano lo stesso nome, Carlo Nappello, ed avevano rispettivamente 44 e 22 anni. Episodi non collegati ma che riaprono lo scontro sulla sicurezza a Napoli. Duro l’attacco del sindaco Luigi de Magistris che accusa il Governo di aver fatto poco. La replica del ministro della Giustizia, Orlando, non tarda ad arrivare e suona da monito al sindaco di Napoli: il governo ha fatto e fa quello che è necessario.

“Occorre un Piano straordinario per la Sicurezza di Napoli, e’ indispensabile che la questione venga affrontata a livello centrale, non si puo’ perdere altro tempo”. A dirlo e’ il sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale di Alternativa Popolare, Gioacchino Alfano. “E’ necessario – aggiunge – che il ministro Minniti ponga Napoli al centro dell’agenda di governo. Carabinieri, polizia e guardia di finanza quotidianamente realizzano, con gli uomini che hanno a disposizione, vere imprese ma, purtroppo, non basta.

Sull’emergenza criminalità organizzata sono intervenuti anche i Verdi con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, il consigliere comunale di Giugliano, Giuseppe D’Alterio, e il portavoce dell’area giuglianese, Giovanni Sabatino, che hanno commentato la scarsa partecipazione della gente alla manifestazione anticamorra promossa da Polis a Giugliano dopo il duplice omicidio dei giorni scorsi: “Per sconfiggere la camorra, oltre all’impegno delle Istituzioni e delle forze dell’ordine, c’e’ bisogno anche della reazione dei cittadini che, al momento, continua a mancare come dimostrano i casi di Giugliano e Afragola. Le serrande abbassate di alcuni negozi in segno di rispetto per l’imprenditore in odore di camorra ucciso ad Afragola sono la dimostrazione che la gente, per paura o per connivenza, continua a non reagire come dovrebbe alla violenza della camorra”.

Intanto si indaga sui tre delitti. Si scava nel passato e nella personalità di Carmine Picale. Originario di Pisticci, nel Materano, il giovane si era trasferito da molti anni a San Giorgio. Qui era entrato in contatto con personaggi ritenuti vicini al clan Mazzarella di San Giovanni a Teduccio. 

A Miano, tra le stradine strette del centro storico che un tempo era il «feudo» dei Lo Russo - si è consumato il secondo atto della mattanza che riporta il capoluogo campano sul palcoscenico della paura.