Finti agenti e avvocati truffavano anziani: arrestati

Operazione di carabinieri e polizia di Frosinone: arresti e sequestri a Napoli

Napoli.  

Una vasta operazione congiunta tra Polizia e Carabinieri di Frosinone dall'alba di oggi sta coinvolgendo anche Napoli con l'arresto di alcune persone, di origini partenopee, finite al centro del blitz nato dall'inchiesta della Procura di Frosinone su decine di truffe ai danni di persone anziane commesse in tutto il territorio nazionale. 
Nel mirino di finti avvocati o appartenenti alle forze dell'ordine - in un caso anche di un falso prete - decine e decine di persone anziane derubate di migliaia di euro. 

Sono 12 le persone finite al centro dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Frosinone su richiesta del pm che ha coordinato le indagini condotte da polizia e carabinieri. In particolare, le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Frosinone e dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frosinone, sono state avviate a novembre del 2015, in seguito a ben dieci denunce presentate da altrettante vittime di truffe consumate o tentate ai danni di anziani. Episodi con al centro sempre lo stesso modus operandi: una telefonata da un sedicente maresciallo dei carabinieri o da un avvocato, i quali riferivano che i familiari (figlio o nipote, a seconda dei casi) delle persone finite nel mirino erano rimasti coinvolti in incidenti stradali e di essere stati trattenuti presso un ufficio di polizia. La chiamata proseguiva con la richiesta di denaro necessario a risarcire il danno causato dal finto incidente stradale. Quando la truffa andava a segno, con la vittima che cedeva alla paura, il concludeva il colloquio indicando alla vittima una persona che si sarebbe recata presso la sua abitazione per ritirare il denaro o, in alternativa, anche gioielli o altri oggetti preziosi. Di qui l'avvio dell'attività investigativa che si è conclusa con gli arresti scattati all'alba in particolare a Napoli.
Per cercare di non lasciare tracce gli indagati cambiavano continuamente le sim e i telefonini utilizzati per tenersi in contatto tra loro e coordinare le varie fasi delle truffe.
Nessuna zona d´Italia era immune alle truffe. Per gli spostamenti utilizzavano solo macchine noleggiate e, dopo ogni trasferta, facevano rientro a Napoli, dove tutti gli indagati sono nati e dimorano. Le indagini si sono soffermate su 66 truffe. 13 gli indagati, di cui 12 colpiti da provvedimento restrittivo e uno denunciato. Gli investigatori hanno recuperato e riconsegnato alle vittime oro e i preziosi rubati durante cinque truffe, per un valore di circa 100.000 euro.