Due anni fa moriva Chicca, bimba coraggiosa abusata e uccisa

La storia di Fortuna Loffredo tra violenza e orrore. Oggi la preghiera

Fortuna come Maria. Due anni dopo a San Salvatore Telesino viene trovata morta in una piscina Maria, dieci anni. Anche lei ha subito violenze sessuali.

Caivano.  

Due anni fa Chicca moriva. Chicca era una bimba bellissima e questa è la sua storia. Una storia di bambini cresciuti troppo in fretta e di adulti che li tradiscono tra omertà e bugie e che diventano gli orchi gli aguzzini. 

Un orco, una madre che nasconde gli orrori di casa dietro al silenzio e che ora è accusata dell’assassinio di suoi figlio e dei bambini costretti a crescere troppo in fretta, ma che dopo anni di violenze decidono di parlare, di denunciare una vita di abusi. Poi ci sono le nonne, i vicini di casa, che vedono tutto e raccontano a mezza voce. Sono questi gli attori e le comparse che fanno parte della storia triste di Fortuna Loffredo, Chicca, la bambina coraggiosa scaraventata giù due anni fa dall'ottavo piano perché non voleva cedere all'ennesimo abuso. Due anni dopo la famiglia di Chicca sua madre Mimma chiedono giustizia per una morte atroce. 

Era il 24 giugno 2014. La notizia di una bambina di 6 anni volata giù dall’ottavo piano veniva data dalla stampa e dalle emittenti locali. Freneticamente. Mestamente. Per la prima volta le telecamere, gli obiettivi, le luci dei media vennero puntate sul Parco Verde, su quell’isolato 3 delle palazzine Iacp di Caivano. Sono solo le prime ore. Ma quello che riserva il dopo è una verità atroce, fatta di pedofilia, violenza e orrore. Viene effettuato l’esame sul corpo di Fortuna Loffredo, che rivela una verità agghiacciante. Chicca è stata vittima di violenza sessuale.

No, Chicca non è vittima di una tragica fatalità. Chicca è stata violentata e uccisa. Esattamente due anni fa inizia una storia nuova fatta di accuse, timori, paura e denunce. Giornalisti che arrivano nel parco a caccia dell’orco come i carabinieri che piazzano cimici ovunque per bloccare quel colpevole dell’orrore peggiore del mondo. L’orco presumibilmente è anche l’omicida di Fortuna. Passano i mesi e nelle palazzine circolano delle voci. I veleni serpeggiano in quegli androni, tra pianerottoli e famiglie. La vita di quel famiglie continua a scorrere tra dolori e lacrime, accuse e veleni fino a pochi mesi fa quando arriva un’ordinanza: Raimondo Caputo, detto Titò, viene iscritto nel registro degli indagati per la violenze asessuale e omicidio di Chicca. Il 44enne è il compagno della vicina di casa della famiglia Loffredo, mamma della amica del cuore della dolce Chicca. Anche lei ha perso un figlio di 3 anni. Anche lei, lo ha visto precipitare dal settimo piano del palazzo, dall'appartamento di sua madre. 

Ma i segreti forse in quel palazzo sono troppi e si incrociano tra loro, I protagonisti sono una galleria di adulti con un sospetto vissuto e subito. Le vittime due bimbi volati giù e morti. Dallo stesso palazzo.

I segreti del palazzo degli orrori

Il magistrato che guida le indagini apre un fascicolo contro ignoti per violenza sessuale e omicidio. Intanto scattano gli arresti nei mesi dopo la morte della bimba. In cella per primo finisce il suo soccorritore, ovvero l'uomo che la raccolse dall'asfalto trasportandola all'ospedale e poi il suo vicino. L'accusa? Violenza sessuale sulla figlia.Il secondo e il terzo arresto sono quelli di Raimondo Caputo, anche lui accusato di violenza sessuale sulla figlia di 4 anni della sua compagna Marianna Fabozzi. Ad accusare Titò  sono le tre figlie di questa donna. Le baby testimoni confermano nell’incidente probatorio le accuse pesantissime. L’amichetta del cuore di Fortuna spiega cosa accadde esattamente due anni fa. La bimba che che non vuole subire l’abuso, si ribella e Titò che la scaraventa giù. La piccola racconta di aver visto tutto.

Intanto la Fabozzi da ieri è ufficialmente indagata per omicidio colposo per la morte del figlio Antonio. Ieri ai magistrati ha negato tutto. Ha raccontato che suo figlio è volato giù mentre guardava un elicottero. Ma ad accusarla la sorella di Titò che dice che quella donna così chiacchierata nel quartiere lo ha gettato giù suo figlio per una lite con suo padre. 

L’incesto, la pedofilia come normalità

Un’altro orrore, una nuova storia terribile nel parco degli orrori che sembra essere diventato il ventre molle di una Campania in cui il Garante per l’infanzia denuncia l’incesto e la pedofilia come  una triste normalità in alcune zone. Il suo è un rapporto choc: circa 200 casi di abusi sessuali in Campania avvengono in famiglia. 

Intanto Marianna Fabozzi in galera ci era già finita perché accusata di concorso in abusi sessuali con Titò, per non aver denunciato le violenze sulle figlie. Il 29 aprile 2016, a quasi due anni dalla morte di Chicca: Caputo, già in carcere, viene incriminato anche per gli abusi e l'omicidio di Fortuna. Ad accusarlo sono i racconti delle figliastre di 10 e 6 anni.

Maria come Fortuna

A due anni esatti dall'omicidio di Fortuna in un resort del Beneventano, una cameriera di un bar mentre cammina in cerca di campo per il suo telefonino, nota il corpo di una bambina riverso in acqua nella piscina di un resort. Maria, 10 anni, è stata stuprata e uccisa. Il principale indagato è un amico di famiglia. Si chiama Daniel. Oggi si prega a San Salvatore Telesino per Maria. Il parroco denuncia con forza: chi sa parli. Oggi si prega anche per Fortuna a Caivano. Sullo sfondo delle due vicende c'è lo stesso mondo inconcepibile e tabù, quello della pedofilia, in una regione – la Campania – in cui, come proprio in questi giorni ha spiegato (nel presentare i risultati di una ricerca) il Garante per l'infazia esistono luoghi dove l’incesto è la normalità.

Redazione Na