VIDEO|La lotta dei senegalesi: il cafone è De Luca

Il presidente dell'associazione senegalesi di Salerno accusa il governatore

Salerno.  

Daouda Niang, Presidente dell’Associazione Senegalesi di Salerno ha indirizzato una lettera al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca in risposta al coinvolgimento della propria comunità ai “cafoni” combattuti dal presidente. De Luca ha così apostrofato Daouda, accusandolo anche di essere un violento. La lettera fissa un altro punto della vertenza tra il comune e gli ambulanti della comunità senegalese per l'assegnazione di un nuovo spazio per i loro mercatini dopo che sono stati fatti andare via dal sottopiazza della Concordia per lasciare spazio ai parcheggi.

La risposta di Daouda Niang alle accuse non si è dunque fatta attendere “ Cafone è chi giudica una persona senza conoscerla – ha precisato -. Se solo mi conoscesse meglio, saprebbe che vivo in Italia da più di 17 anni e non ho mai avuto niente a che fare con la violenza di cui lei parla. Cafone è chi si nasconde dietro degli incapaci che ci stanno togliendo un diritto costituzionale: il diritto al lavoro. Proprio a noi che viviamo in questa città da più di 30 anni. Cafone è chi toglie lavoro ai poveri ambulanti preferendo un parcheggio per pochi ricchi. Cafone è chi non riconosce la democrazia interna e l’autodeterminazione della nostra comunità che alterna i suoi presidenti.

Cafone è chi non sa che governare vuol dire confronto e accordo tra le parti. Il cafone è chi non ha persone responsabili al suo fianco che hanno fatto fallire 3 mercatini etnici: Io non voglio essere amico di chi esclude il confronto intellettuale. Il cafone è chi non sa che è finito il tempo di dire sì a tutto: ora pretendiamo i nostri diritti Cafone è chi non sa che viviamo da più di 30 anni a Salerno, città che amiamo più di lei caro presidente - incalza Daouda-. Una città che rispettiamo più di chiunque, siccome nessuno di noi ha mai venduto droga ai suoi figli, nessuno di noi ha mai rubato, nessuno di noi ha mai chiesto elemosina, nessuno di noi ha mai fatto male a nessuno.

Il cafone è chi non sa che rispettiamo questa città e vogliamo organizzarci per lavorare legalmente e dignitosamente senza nessun abusivismo. Cafone è chi pensa di mandarci via: noi siamo qui legalmente e Salerno non è di sua proprietà. Cafone è chi si proclama nostro amico e poi ci pugnala alle spalle. Cafone è chi si fotografa con i nostri figli e poi non vuole accogliere anche i genitori degli stessi. Cafone è chi si circonda di persone maleducate che ci hanno chiamati ‘negri di merda’ giudicandoci per il colore della nostra pelle. Questa Salerno non è quella che conosciamo – continua Daouda-. I salernitani sono bravi, rispettosi e Accoglienti: non offendono nessuno per il colore della pelle né della religione. Noi rispettiamo Salerno e i suoi cittadini e li rispetteremo per sempre”.  

Sara Botte