Italiani razzisti? Ma se siamo tutti neri! Soprattutto al Sud

La polemica infuria dopo un tweet americano. Lì c'è chi pensa che siamo gli africani d'Europa

In difesa dell'italianità i razzisti veri made in Usa: non possono concepire un'Europa impura. E poi gli italiani in America hanno il record dei matrimoni misti. Se fossero neri sarebbe un guaio per la razza “bianca”

di Luciano Trapanese

Il tweet di un tizio americano #italiansareblack (gli italiani sono neri), è diventato un caso sul web. Provocando decine di reazioni. Moltissime sdegnate («Parla proprio un americano»), alcune ironiche («Ah, pensavo fosse abbronzatura»), altre sarcastiche («Quindi non ci stanno invadendo, sono nostri fratelli»).

Il tizio americano fa anche una distinzione, tra italiani del nord e quelli del sud. Noi naturalmente siamo ancora più neri. E comunque «siamo i più africani tra gli europei».

Sembrerà strano, ma la questione è molto dibattuta dagli statunitensi. La negritudine italiana è parte di una contesa più rilevante, tra chi sostiene la purezza europea (che ha originato i bianchi americani), tesi appoggiata soprattutto dalla nuova destra Usa (alt-right). E chi invece ritiene che tutto abbia origine da “madre Africa”.

E gli italiani sono il cuore della questione. Se si dimostra che gli italiani sono neri, il caso è risolto. Altrimenti vincono gli assertori della purezza europea.

Quel tweet scritto negli Usa non è dunque né una boutade, né una provocazione. Ma una convinzione radicata in molti americani. Non tutti, naturalmente.

C'è chi ricorda come i primi emigranti italiani negli Usa (dopo il 1880), e in particolare i meridionali, siano stati sottoposti alle leggi Jim Crow, estremamente segregazioniste. Tra l'altro gli italiani del sud non potevano sposare bianchi (per difendere la razza). Ma non solo. Nei censimenti dell'epoca sono stati definiti “neri”, anche perché molti erano effettivamente scuri di pelle (l'80 per cento dell'emigrazione del periodo era meridionale).

Si sono verificati nei confronti di questi “neri italiani” anche brutali linciaggi di massa. A New Orleans la folla inferocita ne uccise dieci, perché un immigrato italiano aveva ammazzato un agente di polizia bianco.

I pochissimi – all'epoca – italiani del nord davano anche vigore a queste affermazioni (per salvarsi la pelle, evidentemente), sostenendo che i meridionali appartenevano ad un'altra razza, proprio come i greci.

Gli “afrocentrici” - che alimentano la tesi degli italiani neri -, si scontrano con le convinzioni della destra americana che invece ci vuole a tutti i costi bianchi: la nostra pelle sarebbe più scura perché ha una maggiore esposizione ai raggi del sole.

Sul dna c'è poi una guerra di numeri. Un italoamericano, convinto di essere nero, ha effettuato il test, questo il risultato: il patrimonio della madre, siciliana, era così composto: un terzo marocchino (berbero), qualche linea di sangue spagnola, greca e naturalmente siciliana.

Gli europuristi (che si ritengono discendenti diretti di europei), affermano invece che la presenza non bianca negli italiani non sia superiore all'1,3/1,7 per cento. Più o meno in linea con i tedeschi (1,2 per cento).

Insomma l'America si divide. Tra chi ci vuole neri e chi assolutamente bianchi. Il paradosso è che oggi a considerarci bianchi sono i fautori della razza pura. E non potrebbero fare altrimenti. Il gruppo etnico italiano è il quarto negli Usa, e i matrimoni misti hanno ormai superato l'80 per cento. Se si ammettesse che siamo neri, bisognerebbe accettare l'idea che abbiamo disseminato negritudine in tutti gli States.