Qui ho imparato a nuotare: la mia estate sopra 'o Penniell

Luogo del cuore di Salerno: spiaggia dei ricordi a due passi dalla città. Video con le interviste

(Clicca sulla foto in alto e guarda il video con tutte le interviste) Chi ha imparato a nuotare, chi ha conosciuto l'amore, chi ha cresciuto i figli e i nipoti, ogni anno si torna tutti 'Ngopp 'o Penniell.

Salerno.  

 

di Andrea Fantucchio 

“Qui ho insegnato ai miei figli a nuotare, li lanciavo da lassù (indica gli scogli), come mio padre ha fatto con me”. Uno dei tanti ricordi che abbiamo raccolto questa mattina su molo Manfredi, per tutti i salernitani veraci: 'ngopp 'o Penniell. (Clicca sulla foto di copertina e guarda il servizio video)

Oggi la tradizione è più viva che mai.

“Vengo qua – dice un intervistato – perché non c'è smog, non ci sono bambini che giocano a pallone, è un paradiso. Se voglio fare il bagno, vado dall'altro lato”.

Ognuno ha il suo ricordo che tiene gelosamente stretto nel cuore, la sua Salerno da raccontare, ma prima ci sembra doveroso parlarvi dell'accoglienza che ci hanno regalato questi salernitani: non sapevano chi fossimo eppure ci hanno offerto da bere.

E' anche questo lo spirito che si respira su molo Manfredi: dove sono tutti una grande famiglia e hanno un cuore immenso che raccoglie ogni frammento della città: il centro, certo, ma anche Pastena, Torrioni, Fratte.

Tanti volti accomunati dallo stesso spirito di appartenenza: a fare da padrone è il dialetto, spontaneo e verace. Tutte le sfumature della città sono racchiuse in quest'idioma.

Immancabili le trattative di mercato fra una partita a carte e l'altra: ognuno dei presenti saprebbe regalare all'amato "Cavalluccio" giocatori migliori di quelli che un Fabiani e un Lotito potranno mai sognarsi.

Non è una novità che noi italiani siamo tutti un po' allenatori e presidenti, soprattutto sotto l'ombrellone, e anche 'ngopp o' penniell non si fanno eccezioni.

Anzi.

Ma è non è solo calcio, c'è anche tanta storia. I protagonisti sono gli anziani (ma non chiamateli così)

Uno di loro ci racconta: “Vengo qui da quando avevo dodici anni: il molo di Piazza Concordia era lungo cento metri. Salerno era una città diversa, più piccola e difficile, meno aperta ai turisti. Ma c'era comunque tanto cuore”.

“Che ci vuoi fare – sorride un ragazzo alla telecamere – siamo amanti dello scoglio. A noi la sabbia non piace proprio. Qui vengono tutti quelli che mi hanno visto crescere. Venivo a fare i tuffi da lassù (indica degli scogli a strapiombo) e non ho mai cambiato”.

Compagnia, tranquillità, sorrisi ma anche fede.

“Qua “spariamo” i fuochi per la Madonna del Mare. Vengo con la mia ragazza perché è un luogo tranquillo e ci sono gli amici di sempre”.

Già, la caratteristica più magica di quest'angolo di Salerno è la sua semplicità immutata negli anni. Nonostante la vicinanza col porto e la caoticità degli imbarchi, qui nessuno si tira indietro: ogni anno si torna sempre tutti 'Ngopp o' Penniell.