Camorra, affari sporchi: politici corrotti e immigrazione

Non si spara più in tante aree della Campania. La camorra fa affari “puliti”. Con i soldi nostri

Il modello Nocera Inferiore può essere duplicato in tanti comuni della regione. Il business d'oro dei centri di accoglienza

di Luciano Trapanese

La camorra non spara e fa affari con i nostri soldi. Quelli pubblici. Si infiltra nelle amministrazioni, condiziona il voto e gestisce – anche grazie a prestanome – il ricco business dell'accoglienza agli immigrati (i famigerati Cas).

Il modello: camorra degli affari

L'inchiesta di Nocera Inferiore, che ha messo in luce la rete di rapporti e influenze della camorra nell'amministrazione comunale, con le gestione di pacchetti di voti e quindi di eletti, non ha fatto altro che ribadire un allarme lanciato da tempo sia dalla Dda sia dalla commissione antimafia.

L'indagine dei Ros ha messo in evidenza il “modello” della camorra degli affari. Un modello che – come è facile ipotizzare – potrebbe essere duplicato in tanti altri comuni campani.

Gestione indiretta (o diretta), di un ente pubblico, strapotere economico. Due chiavi che rendono la camorra degli affari di gran lunga più letale di quella degli attentati e della polvere da sparo.

Distrugge la vita politica e democratica di intere comunità, disarticola alle fondamenta qualsiasi possibilità di sviluppo economico.

A noi basta un assessore

Non bisogna neppure intimidire per ottenere un appalto. Basta l'assessore o consigliere complice che stila un bando di gara ad hoc e il gioco è fatto. Si riciclano soldi e non si corrono gli inutili rischi delle estorsioni (roba da poveracci del crimine).

E' lo stile dei casalesi che si è esteso a gran parte della cosiddetta camorra rurale, quella – per intenderci – che si è sviluppata lontano da Napoli e che ha espresso quasi tutti i più influenti boss, da Cutolo ad Alfieri a Galasso. Una camorra mafiosa, in grado di incunearsi nella politica. In particolare e con grande facilità nelle amministrazioni comunali.

La lezione della vecchia camorra

E del resto proprio a Nocera Inferiore la rete di influenze criminali era retta da un ex cutoliano (poi passato con la Nuova Famiglia di Alfieri), Antonio Pignataro, condannato in via definitiva anche per l'omicidio della piccola Simonetta Lamberti, figlia dell'allora procuratore di Sala Consilina, Amato Lamberti.

E' un vecchio sistema, ma che si esprime in modi molto più sofisticati. Grazie anche alla crisi economica che ha reso ipercompetitive le aziende legate alla criminalità, mai a corto di contanti.

Con i soldi e i voti si comprano anche i politici. A volte bastano anche le assunzioni in qualche centro commerciale (sempre voti sono).

Il lato oscuro dell'affare immigrazione

C'è poi quel lato ancora oscuro del business migranti. Dietro tanti centri di accoglienza si nascondono gestioni oscure, prestanome. Un affare lucrosissimo e a rischio zero. L'ennesima emergenza in salsa italiana dove il crimine affonda le mani e si riempie le tasche. A scapito di tutti. Migranti compresi.

Alla base il traffico di droga

I soldi arrivano sempre da lì, dal traffico internazionale di droga (lo spaccio è roba da affidare a piccoli criminali...). Poi si ricicla tutto. In usura, reato difficile da dimostrare, e che consente tra l'altro di acquisire aziende di imprenditori in difficoltà senza alzare un dito e gratis. In appalti pubblici (tutto facile manovrando amministrazioni comunali), e in settori chiave dell'economia campana: turismo, agro alimentare. Per non dimenticare i centri commerciali, le attività ricreative e le catene di ristorazione.

Un tumore silenzioso

Un cancro che cresce. In silenzio e devasta la nostra economia e la rinascita della regione.

A Nocera Inferiore è stato scoperto un sistema. La speranza è che le indagini si estendano ad altri comuni, a tutti quelli dove qualcuno ha barattato la democrazia con un pugno di voti e un finto potere. Ma anche questo non basterà se non vengono intaccate le attività economiche del crimine. Anche sul fronte dei migranti.