Il sindaco: processatemi subito, fatelo per i miei figli

La disperazione dell'ex primo cittadino di Scafati sulla sua pagina Facebook

"E' il momento più difficile della mia vita"

“Sto attraversando l'inferno ma ho il dovere di non fermarmi... mai, perché tutto si supera con la forza della verità e con la dignità che ci portiamo dentro, soprattutto per i figli e per chi continua a dimostrarci sempre il proprio affetto. 
#NotteAiMieiPiccoliNicoERosy”. Si affida a poche parola ma significative Pasquale Aliberti, l'ex sindaco di Scafati, che dalla sua pagina Facebook lancia un appello disperato, condividendo anche la foto dei suoi due figli.

Aliberti è indagato per violazione della legge elettorale, con l’aggravante del metodo mafioso e per scambio elettorale politico-mafioso. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta della Dda, confermando il carcere per l'ex fascia tricolore.

L'operazione Sarastra, ha portato – fra le altre cose – allo scioglimento del municipio salernitano per infiltrazioni camorristiche. Il collegio ha ritenuto valide le osservazioni avanzata dalla direzione distrettuale antimafia, che considera a rischio inquinamento le elezioni del prossimo anno.

“Confermato il carcere. Adesso datemi la possibilità, vi prego, di difendermi in un processo – continua Aliberti -.

Apprendo con profondo rammarico, ma anche animato dal coraggio e dalla forza della mia famiglia e dei miei figli della decisione del Tribunale del Riesame di Salerno, dopo l'annullamento della misura carceraria da parte della Cassazione, che, invece, ha voluto riconfermare il mio #arresto dopo un'indagine che dura da oltre 2,5 anni e che dopo perquisizioni interrogatori visione di atti amministrativi e appalti ancora oggi non si è conclusa.

Nella motivazione della sentenza del Tribunale leggo testualmente che sarei un soggetto pericoloso perché "..... risulta che Aliberti abbia aperto un profilo Facebook.... attraverso tale social egli continua ad interagire con la cittadinanza di Scafati in modo da mantenere viva l'attenzione politica sulla sua figura ed a imprimere la convinzione della sua perdurante influenza nelle scelte politiche che interessano il governo della città (addirittura influenzerei le scelte dei commissari?) ...... infatti risulta che tale profilo analizzato contiene post sulla sua bacheca definita una grande comunità che si confronta con 15mila persone. In tale profilo Facebook Aliberti - dice la sentenza - esprime opinioni anche gravi sull'operato della politica Scafatese, contesta l'operato della Commissione Straordinaria..... così dimostrando il suo perdurare interessamento il coinvolgimento alla vita politica del Comune di Scafati. Se ne riportano testimonianze di alcuni post..... ".

Pensavo di essere un uomo che avesse la possibilità di esprimere i propri convincimenti personali, le sue opinioni e le proprie critiche in un paese Italia che I padri fondatori hanno detto di essere libero e democratico nella Costituzione.

È vero sono indagato per reati gravi da oltre 2.5 anni in attesa si chiudano le indagini e di poter essere giudicato su fatti di cui non ho neppure conoscenza in un confronto che si fondi su prove e non solo denunce o presunzioni. Questo per dimostrare che non solo non ho mai avuto rapporti con la camorra ma che un popolo, formato da liberi cittadini, mi ha dato il proprio consenso in libertà – chiosa Aliberti -.

È e rimane il momento più difficile della mia vita. Grazie per le testimonianze di affetto ma oggi ancora una volta credo che forte debba essere la mia attenzione a #Rosaria e #Nicola, I miei fantastici figli che devono credere come me in questa giustizia e continuare ad amare questa città, la nostra Scafati, perché è qui che spero possano vivere la loro esistenza.

Ai miei amici, ai miei avversari, ai miei nemici, a chi mi odia o mi ama, a chi ha brindato il mio arresto, dico continuate a criticare, a scuotere le coscienze, a marciare, ad invadere le strade del nostro paese, a pretendere i vostri diritti e a rispettare i vostri doveri, anche attraverso le vostre discussioni, a volte animate sui #social a cui continuerò a partecipare, nonostante tutto, da libero cittadino che ama la sua terra, a meno che non vogliano costringerci a vivere nella società immaginata da #Orwell nel romanzo "1984".

Non è questa l' Italia che sogno” conclude Aliberti.