Vigili picchiati. I senegalesi: falso, le vittime siamo noi

Dura presa di posizione di Daouda Niang, presidente dell'associazione senegalesi

«E' uno scontro tutto interno all'amministrazione e noi paghiamo le conseguenze. Siamo qui da 30 anni e non abbiamo mai aggredito nessuno. E' un dato incontestabile».

Salerno.  

«Non c'è stata nessuna aggressione. Gli ambulanti non hanno picchiato nessuno. Piuttosto è vero il contrario». Daouda Niang , presidente associazione senegalesi Salerno, non ha dubbio: sul Lungomare di Salerno non è successo quello che è stato detto e scritto. Anzi.

«Questo episodio – dichiara - si inserisce in un contesto più generale, dove alla situazione sempre più difficile vissuta da tante persone disoccupate e in cerca di lavoro, comprese le ambulanti e gli ambulanti bangladesi e senegalesi, si accoppia quella del confronto tra vigili urbani e Amministrazione comunale sul tema dello straordinario. Questo confronto lo stiamo pagando noi come lavoratori, utilizzati per dimostrare che la città sarebbe insicura e sarebbero necessarie più polizia e più di straordinario, mentre il sindaco ha dichiarato via Facebook che bisogna lottare contro spaccio e ambulantato, criminalizzando tutto il lavoro delle e degli ambulanti. A pagare siamo noi, sotto attacco da parte dell’intera Amministrazione comunale. Ma questo fatto è incredibile. I lavoratori e le lavoratrici senegalesi vivono a Salerno da oltre 30 anni. Non abbiamo mai aggredito nessuno. Tutti sanno che non siamo violenti e che stiamo solo cercando adeguati spazi di vendita per organizzarci e lavorare legalmente, pagando la tasse come tutti. Per questi motivi, stiamo chiedendo da oltre un anno che la politica intervenga per individuare insieme spazi adeguati di vendita, a partire dall’area del sottopiazza della Concordia. Le questioni sociali non si possono affrontare con denunce, minacce, manganelli e daspo. Abbiamo bisogno di politiche commerciali adeguate, politiche sociali per chi sta pagando la crisi ed un clima sociale e istituzionale fondato sul rispetto e non su campagne di criminalizzazione dei poveri e razzismo. Chiediamo, infine, a tutta la stampa locale di interloquire con tutte le parti e non solo con alcune, dando voce a chi troppe volte è ridotto al silenzio dai poteri locali».