Beni confiscati, la barca della camorra diventa nave scuola

Consegnata agli studenti del Nautico l'imbarcazione sequestrata ai clan

Il direttore Postiglione denuncia: tempi lunghi e pochi mezzi, un grande patrimonio che non viene utilizzato bene

Salerno.  

L’hanno ribattezzata Gatsby, come il protagonista del grande romanzo di Francis Scott Fitzgerald. Era una imbarcazione della camorra, uno dei tanti beni confiscati ai clan nel corso delle recenti operazioni di polizia in Campania. Da oggi è una nave scuola per gli studenti del Nautico  “Giovanni XXIII”  di Salerno. La barca è stata assegnata dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati alla camorra alla presenza del prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, che gestisce il grande patrimonio sequestrato alle mafie. Un patrimonio che cresce sempre di più a fronte di un utilizzo ancora troppo scarso. Postiglione, che di recente è stato ascoltato in commissione Giustizia alla Camera, lamenta tempi troppo lunghi per il processo di riutilizzo dei beni, e soprattutto una grave carenza di uomini e mezzi a fronte di un patrimonio sempre crescente, frutto del grande lavoro che si sta svolgendo soprattutto in Campania per togliere ossigeno ai clan della camorra con il sequestro di beni per milioni di euro. Sua anche la recente proposta di vendere al fondo immobiliare della Cassa Depositi e prestiti i beni di pregio confiscati alle mafie e con le risorse ricavate finanziare a Palermo, a Napoli, a Bari e dove è necessario, la sistemazione di alloggi di superficie idonee per affrontare l'emergenza casa. 

"Su tutto il territorio nazionale dispongo di 5 sedi e cento uomini - dichiara il prefetto di Palermo - Il sistema di informatizzazione a disposizione della magistratura è assolutamente carente, ma sono i tempi delle procedure che impediscono un investimento mirato delle risorse. Così come stiamo messi oggi è davvero difficile operare. Su questo terreno lo Stato si gioca la faccia. Reinvestire bene le risorse che siamo in grado di sequestrare alla malavita significa dare un segnale forte alla cittadinanza, restituire fiducia nella giustizia".