Valanga sul resort. Il padre di Stefano: «Speriamo siano vivi»

Le parole del padre del salernitano disperso Stefano Feniello tra rassegnazione e disperazione

Ma i cani dell'unità cinofila non rilevano presenze ormai da molte ore lassù a 1200 metri di altezza dove sorgeva il resort

Valva.  

 

 

di Simonetta Ieppariello

 

Quattro corpi recuperati, due persone in salvo e 29 dispersi, compresi quattro bambini, e le speranze di trovare superstiti che di ora in ora si affievoliscono. Si aggrava il bilancio nella notte dei soccorsi a Rigopiano, in quell’angolo di Paradiso diventano un inferno bianco, tra valanghe, morte e la disperazione della Nazione intera.

“Speriamo, speriamo”, dicono le famiglie dei dispersi riunite nella notte di speranza nel centro di coordinamento di Penne. Forse l'ultima. È una notte di rassegnazione davanti all'obitorio dell'ospedale di Pescara, dove sono arrivati i corpi senza vita delle vittime della valanga sul resort di Rigopiano.

Tra le lacrime, l'uno accanto all'altro, parlano due padri. Sono i genitori di Stefano Feniello, 28 anni originario di Valva ma da anni residente a Pescara, e di Francesca Bronzi 25. I due fidanzati erano alla loro prima vacanza insieme. Lo raccontano i due papà, mentre scendono dalla montagna con le lacrime agli occhi, disperati e uniti nell’attesa. "E' una tragedia, ho mia figlia l'ha sotto - dice Gaetano Bronzi - Volevano passare un week end ma sono rimasti su". Erano un regalo per Stefano i due giorni nell’hotel. Un regalo per il suo compleanno. Giovani, bellissimi e innamorati stavano vivendo i loro giorni da sogno. Poi la tragedia.

“Non erano mai venuti qui - aggiunge papà Alessio - Ma la speranza c'è ancora e noi aspettiamo. Non ce ne andremo. Speriamo che siano vivi, devono essere vivi insieme". Ma i loro occhi sono pieni lacrime. La disperazione cresce. Solo la speranza da la forza di aspettare notizie.

Il sindaco, Vito Falcone, è in contatto con le prefetture di Pescara e di Salerno in attesa di notizie. La comunità di Valva prega e spera. Stefano nato ad Oliveto Citra ha vissuto a Valva sino all’adolescenza per poi trasferirsi con la famiglia a Silvi Marina.

La speranza resta il motore delle ricerche, che vanno avanti in condizioni disperate, in uno scenario catastrofico. Si scava, si cerca, si grida sperando di sentire voci che indichino i punti precisi dove cercare. Ma i cani dell'unità cinofila non rilevano presenze ormai da molte ore lassù a 1200 metri di altezza dove sorgeva il resort, che si è trasformato da Paradiso a trappola infernale.

A tarda sera, secondo i calcoli della Protezione civile, i dispersi dell'hotel Rigopiano dovrebbero essere 29, si continua a scavare anche di notte. Nel resort di lusso del comune di Farindoli alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso c'erano - si presume - 26 clienti e ospiti, fra i quali quattro bambini, e 8 dipendenti. Al momento sono stati recuperati quattro corpi, ma uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese ha detto che «ci sono tanti morti». 

La valanga, forse innescata da una delle tante scosse di terremoto della giornata e composta da migliaia di tonnellate fra neve, terreno e alberi, ha travolto l'edificio principale dell'hotel spostandolo verso la zona della spa di una decina di metri. Sopra i resti dell'edificio adesso ci sono almeno cinque metri di neve e terreno franato. E si continua a scavare in questa notte che l’intero Paese non potrà mai dimenticare.