Aggrediti da un "branco", parlano i tre giovani

Il racconto dei ragazzi accerchiati da un gruppo di dieci persone a Camerota

Camerota.  

Aggrediti il 25 luglio, parlano le vittime.

Una serata da incubo, quella che qualche giorno fa stava quasi trasformandosi in una tragedia. In base alla ricostruzione, due dei giovani sarebbero fuggiti da un "branco", mentre il terzo sarebbe stato picchiato da una decina di persone.

«Non si tratta di una rissa ma di un’aggressione - dicono - Siamo scesi dai nostri paesi vicino Vallo della Lucania a Marina di Camerota per passare una serata tranquilla e ci siamo diretti al lido sul porto che organizza serate d’estate. Là dentro non siamo stati sempre tutti e tre insieme, ognuno stava per i fatti suoi, chi con una ragazza, chi a fare altro. Ad un certo punto ho notato che si era creata una certa tensione e abbiamo deciso di andarcene, tanto ormai la serata era andata».

«Mentre camminiamo verso la macchina - racconta uno dei ragazzi - mi sento gridare alle spalle, mi giro e mi arriva un pugno in faccia secco. Il mio amico inizia a scappare e io lo seguo. Saranno stati una decina, massimo 11. Iniziano a seguire tutti me, l’obbiettivo in quel momento ero io e il motivo non riesco proprio a capirlo perché non ho dato fastidio a nessuno, ne ho messo le mani addosso a qualcuno. Il motivo non riesco proprio a concepirlo. Era una rabbia che avevano».

«Mentre scappavo un ragazzo che non conosco si accosta con l’automobile e mi invita a salire. Io sono andato ancora più in paura ma alla fine sono saltato sulla macchina e lui mi ha portato sopra Marina. Io non lo conosco e sinceramente non ricordo neanche il volto di questo ragazzo perché in quel momento non ho pensato di vedere chi fosse».

«Quando lui (l'altro amico) è uscito dal locale era in compagnia di una ragazza. Uscendo ha preso la stessa nostra strada e ha incontrato i ragazzi di prima che stavano tornando indietro e nel momento in cui lo hanno visto gli hanno tirato una bottiglia, per fortuna è riuscito ad evitarla. In quell’istante ha cercato di scappare, gli hanno strappato la maglia e sono riusciti a farlo andare a terra. Una volta a terra si è chiuso, proteggendosi con le braccia e l’hanno iniziato a riempire di calci. Alla fine lui si è rialzato ed è finita là».

I giovani sono poi andati separatamente al "San Luca" di Vallo della Lucania: «Non sono proprio il tipo che fa queste cose, non ho mai litigato con nessuno neanche verbalmente. Loro perchè ci hanno aggredito?».

 

Redazione