Baby squillo a Pagani, sette indagati

Le famiglie di due minori che si prostituivano via web pronte a costituirsi parte civile

Pagani.  

Si costituiranno parte civile al momento dell’udienza preliminare due dei minori coinvolti nel procedimento per sfruttamento della prostituzione minorile contro sette indagati.

Attraverso i loro genitori compe previsto dalla legge, nelle vesti di vittime, due ragazzini si difenderanno nel ruolo di parti offese da quanto accaduto e subito dagli adulti coinvolti, con eventuale, probabile richiesta di risarcimento danni. Davanti al gup del tribunale di Salerno compariranno in sette con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, a vario titolo. Il gup Sessa vaglierà la richiesta della procura di Salerno, che svolse l’indagine coordinata dal pubblico ministero Elena Guarino.

L’indagine coinvolge tra gli altri il paganese cinquantaseienne, unico accusato di aver sfruttato le prestazioni di un gruppo di ragazzi minori fittandogli un casolare a Sant’Egidio Monte Albino, finito in carcere e successivamente rimesso agli arresti domiciliari nel prosieguo dell’inchiesta, col blitz dei carabinieri del comando provinciale scattato nell’estate 2014.

Altre quattro persone della cerchia al centro dell’indagine, tutti clienti con diversi atti sessuali contestati con i ragazzini, di cui tre paganesi, uno con precedenti penali, e un cinquantottenne di Baiano, in provincia di Avellino, sono finiti tra gli indagati. Il paganese per la procura percepiva in percentuale somme comprese tra i venti e i trenta euro, di fatto concedendo la sua abitazione-baracca in campagna ai giovanissimi che si concedevano dietro pagamento, tre ragazzi e tre ragazze di età compresa tra i quindici e i diciassette anni, in offerta su web.

La tariffa stabilita dal reo cambiava per prestazioni e durata, con le ricostruzioni dei carabinieri partite da fonti investigative, intercettazioni e messaggi web. Il favoreggiatore, nella posizione più pesante ipotizzata dalla procura, in alcuni casi procurava clienti interessati alle prestazioni sessuali offerte dal gruppetto di minorenni, cercando tra i lavoratori del mercato ortofrutticolo di Pagani-Nocera.

Gli espisodi contestati sono inquadrati nel periodo compreso tra giugno e novembre 2013. Ciascuno dei clienti indagati risponde di rapporti sessuali con minorenni , con pagamenti diversificati a seconda della tipologia, dove i giovanissimi erano consapevoli e consenzienti

 Per le accuse gli incontri erano concordati senza la regia di un vero e proprio protettore, il che esclude il reato di sfruttamento, se non per il titolare del luogo dove erano avvenuti alcuni degli incontri ricostruiti nel corso dell’inchiesta. Il fatto che l’organizzazione fosse portata avanti direttamente dai ragazzini, attivissimi su internet grazie al sito web bakeca.it, puntando ad incontri nella provincia di Salerno, di fatto esclude a rigor di logica il ruolo di vittime: solo l’età può metterli in una posizione di inferiorità, evidentemente possibile al momento degli approcci sessuali.

Di fatto erano loro a mirare a soldi e beni materiali, cellulari, regali e denaro in cambio della vendita del loro corpo. Loro stessi scrivevano di “incontri generosi”e disponibilità.

 

Redazione Sa