La mattanza continua, sparita un'altra prostituta

Salerno, dopo le due ragazze uccise un'altra è scomparsa nel nulla.

Si teme per la sua vita. Si indebolisce la pista del serial killer, resta credibile quella di una guerra tra sfruttatori. L'appello del vescovo. Il patto tra istituzioni.

Salerno.  

 

di Luciano Trapanese

E' una mattanza. Due ragazze uccise, una sparita nel nulla. Altre lucciole aggredite. Nel mondo della prostituzione salernitana scorre il sangue. E a versarlo sono sempre loro, l'anello debole della catena, la carne di piacere, tramutata in carne da macello. Giovani arrivate dall'Est europeo in cerca di fortuna. Il miraggio dei soldi e di una vita più lieve. Sono finite in giri a dir poco pericolosi. Nelle mani di “protettori” (mai termine è risultato più sballato) senza scrupoli.

In questa storia sono già due le vittime accertate. Roxana Alina Ripa e Mariana Tudor, di 32 e 20 anni. Entrambe rumene. Si sa ancora poco della terza ragazza scomparsa. Ma l'ipotesi che le sia accaduto qualcosa di grave resta la più credibile. I timori sono manifestati dagli stessi investigatori che indagano sul caso.

Sembra tramontata la pista del serial killer, che per qualche settimana è stata presa in considerazione dagli inquirenti. Le indagini si sono concentrate su due albanesi e due marocchini che, insieme a una donna, hanno avuto contatti con Mariana Tudor poco prima dell'omicidio. Nessun delitto seriale, dunque. Sembra più probabile la pista del regolamento di conti. Una guerra tra criminali per lo sfruttamento delle ragazze.

Ci sono diversi punti in comune tra i primi due omicidi: il luogo dove sono stati trovati i corpi, a due passi dallo stadio Arechi. E le modalità del delitto: entrambe le ragazze sono state strangolate e sgozzate. Tutte e due seminude, come se avessero appena consumato un rapporto.

La pax sulla Litoranea tra gruppi di protettori si reggeva – evidentemente – su un filo sottile. Qualcosa è accaduto, qualcosa ha spezzato l'equilibrio, reciso quel filo sottile. Una conclusione che lascia aperto lo spazio ad altre violenze, ad altri delitti. E la scomparsa di una giovane collega delle due vittime non fa che confermare questa ipotesi.

Che la strada sia divisa in zone è risaputo. Così come il ricambio continuo delle lucciole (che si spostano da una zona all'altra della Campania). Cosa ha innescato la “guerra”? Sembra da escludersi la strada che porta alla ritorsione per atteggiamenti delle singole prostitute. Roxana Alina Ripa era una delle ragazze più attive e ricercate dai clienti. Una sicura e notevole fonte di guadagno per i suoi sfruttatori. E non aveva mai manifestato l'intenzione di smetterla con quella vita. Non c'era dunque nessun motivo per “punirla”. Anzi. Rappresentava però, proprio gli stessi motivi, un obiettivo per chi voleva colpire e danneggiare un rivale.

Una squallida guerra combattuta sul corpo di ragazze inermi e in balìa di gente spietata.

Sulle lucciole e uccise c'è da registrare anche l'appello del vescovo di Salerno, Moretti. Venerdì è stato fissato l'incontro con il prefetto Salvatore Malfi. Contro la prostituzione sarà sancito un patto tra Chiesa e istituzioni. E nella serata dello stesso giorno, alle 18, nel Duomo, sarà celebrata una santa messa in memoria di Mariana, l'ultima vittima.

I comuni di Salerno, Pontecagnano, Battipaglia ed Eboli, territori attraversati dalla Litornaea, la strada della prostituzione, stanno facendo il possibile per arginare il fenomeno. Una battaglia improba. Difficile presidiare la zona 24 ore su 24. I clienti ci sono. E tanti. E fino a quando la domanda sarà sostanziosa e di conseguenza il business estremamente redditizio, appare davvero difficile avviare una adeguata e soprattutto costante azione di contrasto. Paradossalmente proprio il sangue innocente di queste ragazze potrebbe far unire le forze e liberare la Litornaea. Più difficile sarà salvare le lucciole dai loro sfruttatori.