L'arte del Ravello Festival, in mostra Perez e Harari

Dal 27 giugno al 31 ottobre

Ravello.  

Dopo il grande successo delle mostre di artisti come Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Tony Cragg e Wang Guangyidurante le passate edizioni, quest’anno il Ravello Festival, giunto alla sua 63esima edizione dedicata al tema dell’“InCanto”, ospiterà le esposizioni di due grandi nomi del panorama delle arti visive: il grande fotografo Guido Harari (dal 27 giugno al 31 ottobre presso Villa Rufolo e il Chiostro inferiore) e uno dei più grandi scultori del ‘900 Augusto Perez (dal 28 giugno al 5 settembre Villa Rufolo e terrazza dell’Auditorium Niemeyer).

Dal 27 giugno al 31 ottobre nel Chiostro inferiore della meravigliosa Villa Rufolo, infatti, sarà allestita “Sonica”, la mostra dei celebri scatti alle icone della musica di Guido Harari (Il Cairo, 1952). La mostra, prodotta da Wall Of Sound Gallery (la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata alla musica, da lui fondata nel 2011), presenta 35 ritratti di grandi dimensioni, in parte esposti qui per la prima volta, e una selezione eclettica di immagini degli artisti che hanno reso famoso il Ravello Festival.

Ispirato dal fermento musicale degli anni ’50, ’60 e ’70 Guido Harari avvia, agli inizi degli anni settanta la duplice professione di fotografo e di giornalista musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni novanta viene finalmente riconosciuto come ritrattista a tutto tondo e il suo raggio d’azione si estende all’immagine pubblicitaria, al ritratto istituzionale, ai reportage a sfondo sociale e alla grafica dei volumi da lui curati. Ma continua a collaborare con i maggiori artisti musicali italiani e internazionali, per molti dei quali ha firmato memorabili copertine di dischi.

Tra i grandi personaggi rapiti dall’obiettivo di Harari: Laurie Anderson, Lou Reed, Patti Smith, Philip Glass, Frank Zappa, Tom Waits, Bob Dylan, Kate Bush, Joni Mitchell, Leonard Cohen, B.B. King, Ute Lemper, Brian Eno, Peter Gabriel, Caetano Veloso, Jan Garbarek, Bob Marley, David Crosby, Pino Daniele, Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Michael Nyman, Noa, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Pierre Boulez, Uto Ughi, Keith Jarrett, Hannibal Peterson.

Dal 28 giugno al 5 settembre nei suggestivi spazi di Villa Rufolo e della terrazza dell'Auditorium Oscar Niemeyer sarà allestita una straordinaria retrospettiva tutta dedicata ad Augusto Perez (Messina 1929 – Napoli 2000), a cura di Flavio Arensi (già curatore degli omaggi a Mimmo Paladino nel 2013 e all'inglese Tony Cragg nel 2014).

Il percorso espositivo si compone di ventisette sculture monumentali selezionate tra i capolavori più noti dell’artista partenopeo, dagli anni sessanta fino alle ultime creazioni. Tra queste i ritratti a Luigi XIV e una serie di sculture recuperate per l'occasione, come la grande opera Terrae Motus, nata dalla collaborazione con Lucio Amelio, oggi in collezione privata.

Di particolare effetto, inoltre, l'installazione negli spazi della Cappella della Villa prodotta dalla Fondazione Tramontano Arte di Napoli e nata in collaborazione con la Fondazione Materima di Casalbeltrame, dove è collocata la “Grande Crocefissione” così come fu immaginata dall'artista, benché non potette mai realizzarla.

La scultura di Perez ha influenzato non pochi artisti, da Giuliano Vangi ai maestri della Transavanguardia, perché il suo modellato è riuscito a raccontare con estrema efficacia il chiudersi di un secolo difficile in cui il dramma, la necessità della trasformazione e della riappropriazione del sé divengono temi espressivi portanti.

Proprio per sottolineare il suo grande apporto alla storia dell’Arte, la Fondazione Ravello ha voluto dedicargli un’esposizione ispirata all’”InCanto”, nonché la più ampia retrospettiva all'aperto mai realizzata dalla sua morte, avvalendosi delle parole dello scrittore Giovanni Testori per descriverne l’opera: "Sprofonda in sé stessa e traduce lo strazio del nostro essere uomini nello strazio della bellezza".

 

Redazione