Aria irrespirabile e puzza tremenda: il sindaco chiama il Cnr

Canfora: per tutelare i residenti di Foce abbiamo investito 40mila euro

Sarno.  

Biogas a Foce. L'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Giuseppe Canfora si rivolge al Cnr per monitorare la qualità dell’aria.  Il Comune, infatti, per la prima volta, investendo 40 mila euro, ha dato incarico all’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima di Bologna per uno studio conoscitivo sulla presenza di sostanze inquinanti in atmosfera, con l’impiego di strumenti di alta tecnologia.  

“Abbiamo scelto la salute dei cittadini - afferma il Sindaco Canfora -  e per superare ogni dubbio e perplessità abbiamo deciso di rivolgerci alla massima Autorità scientifica italiana. Per tutelare la salute dei residenti di Foce abbiamo impegnato la somma di 40mila euro. E' la prima volta che un'Amministrazione Comunale, investendo 40 mila euro, chiede l'intervento del Cnr per dare una risposta definitiva ai tanti interrogativi sollevati dagli abitanti di Foce, dal comitato "Aria Pulita" e dalle varie associazioni ambientaliste che in questi anni hanno denunciato i numerosi disagi derivanti dal forte odore nauseabondo emanato dagli impianti biogas".

Sul biogas di Foce dubbi sostanziali furono sollevati anche dal noto geologo Franco Ortolani, ordinario di Geologia, nonché direttore del dipartimento di Pianificazione e Scienze del Territorio dell'Università Federico II di Napoli, che svolse una serie di indagini e studi sull’impatto degli impianti e l’elaborato fu posto a base di una battaglia penale e amministrativa di Italia Nostra, Verdi Ambiente e Società e del comitato Aria Pulita. Secondo Ortolani, le due centrali non dovevano sorgere nella zona vincolata del campo dei Pozzi Santa Maria, in quanto "sono potenzialmente e gravemente inquinanti e sono tali da peggiorare irreversibilmente e, quindi, con gravissimo danno anche alla salute pubblica le condizioni di importanza, peraltro strategica, delle risorse idriche presenti sul territorio.

A ciò si aggiunga che in caso di incidente, si verrebbe a creare una dispersione diffusa sul suolo di materiale inquinante, anche in concomitanza dello spirare di forti venti di libeccio, molto frequenti nel sarnese e provenienti da sud-ovest".
Finora, nonostante le continue denunce, anche le indagini della magistratura non hanno portato a nulla.

Redazione Salerno