Migranti, Renzi come Salvini: invasione, difendiamo l'identità

L'ex premier ha anche aggiunto: no al multiculturalismo. Una virata clamorosa.

Si studia anche la possibilità di vietare l'approdo in Italia alle navi di ong straniere. Ha vinto Salvini.

E così anche Renzi ha pronunciato quella parola: invasione. Insieme a un'altra: identità. Con l'aggiunta di un “no” senza tentennamenti al multiculturalismo. Lascia intatto solo lo Ius soli («non me ne importa dei sondaggi»), ma la virata è a 360 gradi, quasi alle soglie di Salvini.

Se a questo si aggiunge l'ipotesi del governo che vuole negare l'approdo alle ong straniere (la fattibilità del divieto è al vaglio dei servizi giuridici della Commissione), il disegno è completo.

Certo, la situazione si sta irrimediabilmente complicando. Dal primo gennaio sono sbarcati sulle coste italiane 76.873 migranti. Il 13,43 per cento in più rispetto allo scorso anno. I minori sono quasi diecimila.

Nel mirino c'è sempre la solita Europa, che è prodiga di solidarietà e avara di soluzioni concrete (una equa redistribuzione dei migranti).

Questa virata identitaria (ma Renzi non si ispirava a Macron?), così tanto elettoralistica (arriva dopo la scoppola delle amministrative), mette anche in luce l'inazione dei governi che si sono succeduti mentre l'esodo andava avanti (sono venti anni, mica da ieri...).

L'accoglienza è stata risolta con soluzioni emergenziali (Cara e Cas). Soluzioni che hanno ingigantito i problemi, provocato disagio e insofferenza tra gli italiani, dato fiato alle trombe dei “ci stanno invadendo!”, e arricchito tasche senza scrupoli. Con una colpa diffusa, tra tutti.

Partiti incapaci di maneggiare con cura un tema incandescente. Sull'immigrazione sono ormai anni che si costruiscono o distruggono carriere politiche. Si è badato all'oggi. Molto meno al domani. A quel che sarà.

E quel che sarà non può prescindere dalla parola integrazione. Sarà difficile, complicato: ma è impossibile immaginare qualcosa di diverso.

Gli stranieri residenti in Italia sono più di cinque milioni. L'otto per cento della popolazione. Aumenteranno, sicuro.

Piuttosto che urlare all'invasione, e mentre si attende una mano europea, sarebbe opportuno studiare soluzioni, che non siano – al solito, perennemente – emergenziali. Spogliarsi dagli interessi di bottega (voti), e dare finalmente una risposta. Agli immigrati, certo. Ma in particolare agli italiani, che sono al momento in balìa di ogni possibile paura del futuro. E non a torto.