Severino, la strategia di De Luca: se vinco nomino il vice

Dopo la pronuncia della Cassazione è corsa contro il tempo per il ricorso.

Salerno.  

 

Una situazione senza precedenti in Italia. Per il procuratore generale della Cassazione Umberto Apice la competenza a occuparsi della legge Severino è del giudice ordinario e non del Tar. Dunque in Campania domenica si andrà alle urne senza sapere se, in caso di vittoria, Vincenzo De Luca, candidato del Pd, potrà effettivamente governare.

La tesi della Procura è stata accolta: a quanto si è appreso il consigliere relatore Stefano Petitti sarebbe stato sollecitato a scrivere la sentenza e a depositarla prima del week end, ma non è certo chequesta indicazione possa essere rispettata data la complessità della materia.

Con il Tar fuori gioco, in caso di elezione per De Luca ci sono le condizioni per la sospensione. Se dovesse essere eletto presidente della Giunta regionale non potrà più rivolgersi al Tar, perdendo il vantaggio d’una decisione che lì si annunciava favorevole.

De Luca, se eletto, potrebbe ricorrere ex art. 700 al tribunale ordinario. I tempi della giustizia ordinaria, però sono più lunghi, e c'è il il rischio che la Regione resti senza guida. Le procedure della Severino si intrecciano infatti con lo Statuto regionale che detta tempi ben precisi per la composizione della giunta.

Si può ricorrere ma sui tempi decide Palazzo Chigi. De Luca dovrebbe attendere l’insediamento del Consiglio Regionale che non può essere convocato prima di quindici giorni dalla data di proclamazione degli eletti e solo nei dieci giorni successivi alla seduta di insediamento potrebbe procedere alla nomina della sua giunta. Cosicché tutto dipenderà dal tempo che impiegherà il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi a sospenderlo.

«Ce ne occuperemo dopo le elezioni». Nessun commento dal diretto interessato, ma dal suo entourage trapela un cauto ottimismo. Gli ultimi giorni di campagan elettorale sono troppo importanti e questa storia rischia di influenza soprattutto gli indecisi. 

La tesi di De Luca infatti è nota: tra proclamazione e un’eventuale sospensione l’ex sindaco di Salerno avrà il tempo di nominare la giunta e soprattutto un vice. E, contestualmente, fare ricorso contro la legge Severino.

Il nodo resta sui tempi. A febbraio i giudici del Tar gli diedero ragione in soli tre giorni, ma adesso i giudici ordinari potrebbero metterci molto di più, perché meno rodati sulla materia sicuramente rispetto ai Tar.

Rischio di stop anche per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Poiché la Corte ha accolto il ricorso contro l’ordinanza cheha mantenuto de Magistris nella carica di sindaco, questi non ha più titolo per rimanere tale e dovrà ricorrere dinanzi al giudice ordinario per cercaredi ottenere unaltro provvedimento d’urgenza: la legge gli concede un termine di trenta giorni.

Il precedente. C'è chi ricorda che la Corte di Appello di Bari, per un caso riguardante un consigliere regionale della Puglia, aveva accolto il ricorso contro la sospensione derivante dalla Severino e aveva sollevato la eccezione di costituzionalità. Insomma, entrambe le giurisdizioni, quella ordinaria e quella amministrativa, hanno dubbi sulla legge Severino.

Stefano Caldoro, governatore uscente, attacca. «È caos istituzionale in Campania. No a candidati contro la legge», scrive su Twitter. A margine di un iniziativa elettorale, il governatore uscente, ricandidato per il centrodestra, aggiunge: «Gli elettori votino chi la legge la rispetta e sta nelle regole». Ancor più diretta Mara Carfagna. "L’orientamento della Cassazione - dichiara la portavoce di Forza Italia alla Camera - elimina di fatto qualsiasi alibi. De Luca non potrà più dire che in due ore il Tar lo riammetterà in carica".

Rossella Strianese