San Matteo, cinque anni ostaggio di Moretti e De Luca

Un lungo braccio di ferro che carica di tensione la festa più amata a Salerno, ecco tutte le tappe

Salerno.  

Che l’arcivescovo Moretti fosse una persona dal carattere forte e spigoloso, come quello dell’attuale governatore De Luca, era chiaro a tutti. Che i due, per certi versi, potessero arrivare ad un vero e proprio braccio di ferro con scaramucce e colpi bassi, qualcuno lo aveva preventivato. Peccato che a pagarne sarebbe stata la festa più amata dai salernitani gravata da assurde e inutili tensioni. Cinque anni di scaramucce e colpi bassi, da quando l’arcivescovo Moretti chiese una maggiore sobrietà nei festeggiamenti. Di evitare l’inutile passerella per accalappiare consensi dalla folla dei fedeli. Una raccomandazione che aveva un destinatario, con De Luca a sentirsi subito bersaglio del nuovo presule.

Lo strappo nel 2012, con un primo diverbio dell’allora sindaco che aveva trovato occupato il suo solito posto dal delegato della Provincia, nel Pontificale del mattino in Cattedrale. Nel pomeriggio il colpo di scena, con De Luca che disertò la processione in extremis per un malore, proprio mentre tutti i consiglieri lo attendevano sulle scale di Palazzo Guerra. L’anno successivo il ritorno di De Luca nelle vesti di vice ministro, ma senza delega, con lo stesso tartassato dall’inviato delle iene. Un confronto sul campo con l’indice di gradimento che era chiaramente spostato a favore dell’ex sindaco.

L’offensiva l’anno dopo, 2014, con la Curia che si adeguò alla Conferenza Episcopale: niente giravolte ed inchini delle Statue e nemmeno soste. Fu la rivolta, con i risvolti penali ancora in discussione in Tribunale, e con l’arcivescovo fortemente contestato durante la processione. Il tutto nell’assenza di De Luca. Nel 2015, mentre ritornano le giravolte, dalla Curia arriva il diktat: il Santo non entrerà nel cortile di palazzo Guerra. La risposta non si fa attendere, con la Giunta che non delibera alcun spettacolo pirotecnico e con Napoli che lascia il posto ad Eva Avossa e con la pattuglia politica al seguito di San Matteo fortemente ridotta.

La storia si ripete ancora come lo scorso anno. Niente San Matteo in Comune e nessun spettacolo pirotecnico, con divieti da tutti gli Enti. E tensioni a fette. Verrebbe di parafrasare gli anatemi televisivi del governatore ma visti i tempi è meglio affidarsi ad un più semplice ed eloquente: “San Matteo, miettec ‘a mano toia”.

 

Antonio Roma