Processo Sea Park, scintille fra De Luca e Celano

L’esponente di Forza Italia ricorda le intercettazioni distrutte, il governatore affonda la Bindi

Salerno.  

Processo Sea Park, il giorno dopo. A 24 ore dalla sentenza d’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, il governatore della Campania, dopo aver espresso a caldo la propria soddisfazione sulla sua pagina social, ritorna sulla vicenda. Ancora modo indiretto, così qualche ora prima quando, sulla sua pagina social esprimeva: «Era questa la vicenda per cui un'avventurosa parlamentare ci aveva presentato come "impresentabili". Oggi ci presentiamo a testa alta. Noi».

Un’affermazione che provocava subito la reazione di Roberto Celano, esponente dell’opposizione comunale che pi di una volta è andato allo scontro verbale con il governatore quando era sindaco di Salerno. «A prescindere dalle responsabilità politiche che non possono essere sottaciute da chi ricorda la storia del Sea Park, con inaugurazioni e prime pietre e chiusure di fabbriche (Ideal Standard), a prescindere dal compiacimento per un'assoluzione, sempre auspicabile da tutti ed anche per gli avversari politici che vanno affrontati su piani diversi da quello giudiziario, una considerazione va però fatta. – commenta Celano sul post del governatore - Se ottenessi un'assoluzione dopo aver indotto ed accettato la distruzione dei principali elementi probatori (intercettazioni) da cui si è avviato un procedimento giudiziario, difficilmente mi vanterei poi di poter camminare a "testa alta"».

Celano si riferisce alle 260 intercettazioni telefoniche a carico dell’allora parlamentare dei Ds De Luca nel lontano 2006. L’ennesima provocazione, con De Luca che sembra non darci peso nella sua consueta riflessione televisiva settimanale su Li.Ra. Tv. «Si è chiusa una vicenda giudiziaria durata 18 anni, in cui ho rinunciato alla prescrizione, esprimo apprezzamento e rispetto per la magistratura. – ribadiva in tv De Luca – Non rispetto chi massacra le persone nei salotti televisivi e dicendo di difendere la Costituzione dimenticano che nella stessa si dice che un cittadino fino a sentenza definitiva è una persona per bene. Con me non hanno aspettato la sentenza, ma hanno montato una campagna mediatica infame dal titolo impresentabili: noi ci possiamo presentare a testa alta, chi per ragioni di pura strumentalizzazione politica ha calpestato la dignità d’altri esseri umani non so se può farlo».

 

Redazione