Inchiesta: Salerno è matura per la A?Risponde Pietro Nardiello

Giusto pretendere tutto e subito? Quanto è maturata la tifoseria? Le parole dello scrittore

Salerno.  

Durante la presentazione del libro "Salernitana 19:19, dalla D alla B alzando le coppe" sono stati tantissimi i temi affrontati dai presenti. Uno di questi è stato il cambiamento radicale della tifoseria granata in questi anni, influenzato anche dai social network, ma anche da una serie di vicissitudini extrasportive che hanno creato un clima crescente di malcontento che ha allontanato i tifosi "storici" avvicinando, al contrario, quelle nuove generazioni che pretendono tutto e subito e che parlano, fondamentalmente, di una storia che non conoscono. Salerno sportiva può essere divisa così:

-ultras, tifoseria organizzata e zoccolo duro: 10-12mila persone innamorate a prescindere e sempre presenti

-tifosi: altre 6-7mila persone che seguono costantemente la squadra del cuore, pur disertando l'Arechi nei momenti difficili

-simpatizzanti e "occasionali", quelli che vengono allo stadio per le partite di cartello salendo sul famoso carro dei vincitori

-critici a prescindere, popolo social: coloro che criticano tutti, che pretendono serie A e coppe europee, ma che restano a casa perchè, in fondo, della Salernitana si interessano ben poco.

Proponiamo di seguito il dibattito tra un tifoso presente alla conferenza e lo scrittore Pietro Nardiello, argomento "questa pretesa della serie A a tutti i costi dopo decenni di terza serie":

Tifoso: "La storia insegna che, nel suo ultimo campionato di serie A, sia accaduto praticamente di tutto: scrivania addosso ad un presidente per difendere un allenatore che ha contribuito alla retrocessione, bomba carta e quattro morti a causa di un rogo appiccato in un treno, senza contare le aggressioni ad alcuni calciatori. Lotito, che ci ha preso dal nulla portandoci in B, è stato sputato in faccia in passato, all'epoca del Salerno Calcio ci sono stati litigi tra "inceppati" e "Salernocalcisti", ogni motivo è buono per criticare e contestare, Sannino è stato costretto alla "fuga" perchè massacrato sui social per frasi che forse non ha mai pronunciato, tutti gli allenatori e i presidenti vengono massacrati dopo il primo pareggio in casa, viene offeso dai salernitani chi si tessera, i media danno spazio alle polemiche e alle liti, ma snobbano iniziative di solidarietà. Sicuri che Salerno, per antonomasia grande piazza, meriti questa serie A?"

Risponde Pietro Nardiello: "Faccio una premessa: se dobbiamo vincere il campionato per fare le figuracce di Pescara, Crotone, Empoli e Palermo, preferisco restare in B e avviare un progetto pluriennale che valorizzi il settore giovanile e che ci permetta di raggiungere con calma la massima serie per restarci, non per retrocedere subito. A mio avviso Salerno merita la serie A e, da quel 24 maggio 1999, la città e la tifoseria sono profondamente cambiate e maturate,vivendo due fallimenti e tante ingiustizie con dignità, compostezza ed entusiasmo. Ricordo la spaccatura ai tempi del Salerno Calcio, una divisione totale e spalti spesso vuoti pur avendo trovato finalmente una società di altissimo livello e potenzialità economiche notevoli. E' vero, nel 1998 sono successe tante cose: quella partita della Fiorentina non doveva essere fatta all'Arechi, quella contestazione fece parlare l'intera Europa pallonara, piangiamo ancora quattro morti che non torneranno più.

Ma Salerno è anche, e soprattutto, la città dei 12mila in serie D, delle coreografie, delle bellissime iniziative di solidarietà, dei 30mila di Salernitana-Verona che presenziarono per amore, consapevoli che lì finiva il sogno promozione ed iniziava l'incubo fallimento. Per fare il salto di maturità, occorre che tutte le componenti si mettano in discussione e crescano: troppe invidie, troppe prime donne, troppo spazio alle negatività anche nel mondo dell'informazione. Ovviamente la società è cambiata, i tifosi sono cambiati, ma hanno diritto di sognare perchè le nostre feste sono state sempre accompagnate da un dramma: nel 1998, tanto per dirne una, non celebrammo la serie A per la tragedia di Sarno, in altre occasioni siamo stati estromessi da errori arbitrali o situazioni sfortunate. Per questo c'è una sorta di "pretesa", per questo Salerno ha fame di grande calcio e, tornando in A, si frequenterebbero ambienti, stadi, giornalisti e contesti di altissimo livello che contribuirebbero ad una crescita generale. Mettiamoci al tavolo con gente di cultura, di valore, di prestigio: confrontandoci con loro, impareremmo tante cose. Salerno può arrivare in alto, la gente lo merita e ha voglia di successi: con il giusto equilibrio e con la crescita di tutti si può costruire qualcosa. Io ci credo, crediamoci assieme".

Gaetano Ferraiuolo